Non era semplice sostenere tutto il tour, passare da una tv all'altra per le interviste post-partita, dopo una delusione così bruciante come quella di Roma in finale, con il carico anche della conferenza stampa davanti a tutti i giornalisti di tutte le testate. Non era semplice, come si usa dire oggi, "metterci la faccia".
LA FACCIA DOPO LA FINALE
Soffriva ma si è presentato: Matteo Gabbia, professionista e Milanista

Ma Matteo Gabbia lo ha fatto
—Deluso, ferito, ma puntuale e presente. In questa stagione non sono mancati i periodi difficili e i post-partita duri, e in diversi casi anche Mike Maignan e Rafael Leão hanno dato la loro disponibilità e si sono presentati. All'Olimpico, Matteo ha spiegato, raccontato la delusione sua e di tutto lo spogliatoio, ha detto le cose che era necessario dire per non abbassare la testa in vista delle ultime due giornate di campionato. Gabbia ascoltava le domande subito dopo la finale, parlava, pensava.
Ma Matteo, come si ascolta e si legge nel testo di una storica canzone italiana, glielo si leggeva chiaro in faccia che soffriva. Del resto, lui è certamente un professionista, ma anche un tifoso milanista della prima ora, un rossonero da sempre. Per cui delusione doppia, tripla. Senso della sconfitta esponenziale. No, a Roma non era facile mediare fra il tumulto interiore di una finale persa ancora caldissima e la lucidità che bisogna avere per rispondere alle legittime domande di professionisti preparati. Rappresentare un club significa certamente giocare e dare il meglio in campo, ma anche affrontare con garbo e stile i post-partita come quelli dell'Olimpico. Matteo Gabbia lo ha fatto, con cuore e con disponibilità. Cosa che certamente tutto il club e tutti i suoi compagni di squadra hanno apprezzato non poco.
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