Era il 2018 quando tutto ebbe inizio. Il Presidente del Milan Paolo Scaroni aveva parlato per la prima volta pubblicamente del futuro di San Siro, in particolare della possibilità di abbatterlo e costruirne uno nuovo. Da allora sono passati 7 anni. Un tempo lungo, certamente, ma in cui il Milan, con l'attività interlocutoria propri del suo attuale Presidente, non è mai stato fermo a guarda nel segno dell'immobilismo.
UN NUOVO CICLO E OGGI È GIÀ STORIA
Il nuovo San Siro che verrà, il ruolo di Scaroni e l’esperienza di RedBird
Il club ha sempre voluto investire ingenti cifre per realizzare il proprio sogno e soprattutto ha sempre mantenuto la linea iniziale, ovvero quella di vedere un San Siro di proprietà, ma senza ristrutturare il Meazza. L'obiettivo è sempre stato abbatterlo e ricostruire da zero tutto. E così, 7 anni dopo, inizia ufficialmente questa seconda fase del percorso.
L'idea di Scaroni su San Siro, dal 2018 a oggi: ha vinto il Presidente del Milan
—La prima sicuramente è stata a ostacoli, ma il Milan e il Presidente Scaroni hanno giocato tutte le carte con il Comune e hanno portato a casa, seppur in condivisione con l'Inter, quello che da sempre si sono prefissati.
L’atto di acquisto di San Siro — valutato circa 197 milioni di euro — rappresenta la conclusione della prima fase di un percorso che Scaroni ha contribuito a costruire, esponendosi ogni qualvolta ce ne fosse stato bisogno. E oggi all' uscita dalla sede presso la quale è stato firmato l’atto notarile del rogito, il Presidente del Milan Paolo Scaroni ha rilasciato una dichiarazione al Sole 24 ore e Radiocor: “Le cose belle richiedono sempre tempo”
Mentre a chi gli ha chiesto se considerasse come una sua vittoria personale l’acquisto dello stadio, appena rogitato, da parte dei due club, ha risposto con un bel sorriso.
E sempre oggi, 5 novembre 2025, si può dire ufficialmente che, 90 anni il Comune non sarà più proprietario di San Siro e delle aree limitrofe e questo è un bene non solo per il club rossonero, l'Inter e la città di Milano, ma per tutto il calcio italiano.
L’obiettivo del Milan, con Scaroni e la proprietà RedBird alla guida del progetto è chiaro: trasformare San Siro in un hub sportivo, urbano e commerciale, consolidando la leadership e il brand Milan a livello internazionale.
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Quando sarà pronto il nuovo San Siro e che capienza avrà?
—Scaroni ha più volte sottolineato come il nuovo impianto possa essere pronto già nella stagione 2030-31, aprendo una nuova era per il club e la città. L'idea inoltre è quella di procedere alla realizzazione di un nuovo stadio da circa 71.500 posti.

Il ruolo di RedBird Capital Partners nel progetto San Siro e nel nuovo Meazza
—Gerry Cardinale e tutta RedBird hanno e continueranno ad avere un ruolo centrale nel progetto nuovo stadio e non semplicemente perché sono la proprietà di uno dei due club che dovrà realizzare la sua nuova casa. La società americana vanta una grande esperienza in investimenti nei settori dello sport, dei media e dell’intrattenimento e appena ha colto, anni fa, la possibilità di concretizzare l'acquisto di San Siro o di realizzare il nuovo stadio a San Donato, si è affidata subito a un Super Consulente voluto a tutti i costi, ovvero Tim Romani.
Chi è Tim Romani, il super consulente voluto da RedBird per lo stadio
—Tim Romani vanta un’esperienza ventennale nel settore dell’impiantistica sportiva. Ha costruito e sviluppato oltre 50 impianti nel mondo e quando era a capo della CAA ICON e un esempio di stadio realizzato in collaborazione con Manica è stato il Chase Center dei Golden State.

Gli stadi di Foster + Partners: studio che realizzerà il San Siro 2.0
—Oltre a Romani però, RedBird si affiderà proprio a Manica e a Foster + Partners studio di architettura sostenibile, urbanistica, ingegneria e design. Fondato da Lord Norman Foster nel 1967 lo studio ha progettato opere iconiche come l'Apple Park di Cupertino, gli aeroporti di Hong Kong e Pechino, il Millennium Bridge di Londra, oltre a due flagship store Apple a Roma e Milano. Ha inoltre realizzato il masterplan dell'area del Wembley Stadium.

I lavori di Manica, l'altro studio di architettura centrale nel progetto

David Manica vanta un rapporto professionale di lunga data con Norman Foster e il suo studio, iniziato quasi trent'anni fa con la progettazione del nuovo Wembley Stadium di Londra e proseguito con la candidatura vincente per il Lusail Stadium, realizzato in occasione della Coppa del Mondo 2024 in Qatar.

Come si può capire quindi, nel contesto del nuovo San Siro, l’impegno di RedBird, oltre a rappresenta un investimento di lungo periodo, è solido e valido
Non solo uno stadio, ma un nuovo quartiere per tutta Milano
—La firma del rogito non è stata un passaggio scontato. Il Milan e l'Inter hanno vissuto anni con tante difficoltà e tanti ostacoli da superare. Tra Comitati pronti al ricorso ogni mese, il vincolo del secondo anello che sarebbe scattato il 10 novembre del 2025, quindi tra cinque giorni, le valutazioni dell'area da parte prima dell'Inps, poi delle due Università Politecnico di Milano e Bocconi.
Altri ricorsi per altri vincoli sulla tribuna ovest e documenti che attestavano l'inizio delle gare non nel 1955, ma prima. Insomma fino a qualche mese fa, nessuno sapeva se la storia su San Siro sarebbe potuta finire positivamente oppure no, ma, anche qui grazie a un lavoro in sinergia, svolto dai club, il Meazza vivrà una nuova vita. Mentre il comune di San Siro potrà sognare un quartiere più moderno, più sostenibile, efficiente, ma soprattutto attivo tutti giorni anche dal punto di vista commerciale. Questo non garantirà solo un beneficio a Milan e Inter, ma anche a tutta la città di Milano che potrà avere ridisegnato un quartiere come è avvenuto anni fa per City Life e Garibaldi.
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