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MANCA SOLO IL PROGETTO

San Siro, la vicesindaca Scavuzzo: “Dopo luglio, siamo ripartiti da capo”

Redazione Milanistichannel
Il sindaco Beppe Sala le ha affidato la partita più difficile. Il primo passo per vendere San Siro la vicesindaca Anna Scavuzzo lo ha portato a casa dopo settimane di trattative serrate.
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A Repubblica le prime parole della vicesindaca Scavuzzo dopo l'accordo per  San Siro: "È stata una lunga maratona e abbiamo percorso solo una parte del tragitto. Le squadre immaginavano che ci si fermasse su quanto definito fino a luglio, mentre hanno poi capito che bisognava rimettersi in discussione. C'è stata disponibilità, ma la resistenza iniziale non è stata banale. Non ho mai percepito, però, diffidenza o volontà di far saltare il tavolo del negoziato".

Se la maggioranza non fosse autosufficiente sul voto?

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"La prospettiva che le squadre hanno espresso di non ristrutturare il Meazza è chiara, come quella, nel caso, di andare ciascuna per la sua strada. Detto ciò, io non voglio considerare l'ipotesi di una maggioranza non autosufficiente. Se e quando dovesse realizzarsi questa condizione faremo allora delle valutazioni, non prima".

La clausola di "protezione"

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Questo scudo per i club su eventuali indagini della Procura ha suscitato malumori... "È un intervento limitato nel tempo e la possibilità di recedere dal contratto è reciproca. Si tratta di una proposta fatta nel momento storico che conosciamo. Il clima che si respira in città per le inchieste sull'urbanistica mette tutti a dura prova. Io ho grande rispetto per la magistratura, ma stiamo lavorando in un clima eccessivamente affaticato che porta a diffidenza e preoccupazione. Anche le ultime decisioni del Riesame hanno causato un certo disorientamento. Ciò non toglie che ci siano questioni da affrontare tra cui le regole con cui si accompagnano le trasformazioni della città. Le affronteremo".

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Tornando allo stadio, nessuno ha visto un progetto. "No, e figuriamoci se la questione, da cittadina e da tifosa, non mi interessi. Ora si sta lavorando sul contratto, ma mi aspetto dai club che, se si chiuderà, la prima azione di rispetto per città e tifosi sia anche dire "abbiamo immaginato che il nuovo stadio potrebbe essere questo", eventualmente con più ipotesi. Capisco bene il legame affettivo che molti hanno nei confronti di San Siro e lo condivido. Noi stiamo cercando di immaginare un nuovo San Siro che, perché no, mantenga il suo nome".