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Il Tar sostiene che ogni piano attuativo deve rispettare l’accordo del 1993 che impone 45mila mq di verde pubblico. La decisione ha bloccato l’iter burocratico, ma né il Comune né il Milan intendono fermarsi. L’assessore Massimiliano Mistretta ha spiegato: "Stiamo valutando le strade percorribili con gli avvocati del Comune. È importante che si realizzi uno sviluppo di qualità per l’interesse dei cittadini poiché è un’area degradata per cui serve una soluzione".
"Pensiamo si tratti solo di un piccolo intoppo e potremo sicuramente ricorrere al Consiglio di Stato. Possiamo anche modificare il progetto originario per ottenere il via libera. Il calcio femminile è in crescita e dobbiamo investire anche sul settore giovanile".
Da Firenze il sindaco Sala rivendica la scelta di procedere verso un nuovo stadio come segno di coraggio e attacca La Russa: "Se Milano vuole essere una città moderna non può avere timore a dire che lo stadio ha i suoi anni. Io sono stato coraggioso: ho visto il problema e non mi sono girato dall’altra parte. La Russa dice di tenere San Siro perché ci sono altre squadre che possono usarlo. Allora chieda al ministro Abodi di reclutare squadre che vengano a giocare a Milano: gli facciamo un contratto d’affitto".
L’assessore regionale e consigliere comunale di Forza Italia, Gianluca Comazzi, ha rivendicato il sostegno di Forza Italia alla delibera sulla vendita di San Siro: "Abbiamo avuto la responsabilità di mettere l’interesse della città prima del calcolo politico. Pur avendo la delibera lacune e difetti notevoli, e il Comune è colpevole di aver gestito male e tardi la partita, per noi non era possibile rinunciare a un investimento da 1,2 miliardi per la rigenerazione del quartiere e bisognava impedire che Milan e Inter andassero altrove".
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