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Carlo Ancelotti parla di Kaká nel suo libro "Il sogno": "Quando vidi Kaká per la prima volta nel 2003, vestito elegantemente al suo arrivo a Milano, sembrava uno studente universitario con gli occhiali".
Prosegue Ancelotti: "Rimasi senza parole. Non sapevo come descrivere quello che stavo vedendo. Nel suo primo allenamento, affrontò Gattuso e poi Nesta, e nessuno dei due riuscì a fermarlo. Gli togliemmo gli occhiali da studente, gli mettemmo una divisa da calciatore e lui diventò un fenomeno. Era come Superman che usciva da una cabina telefonica".
"Giocò 45 partite in quella stagione (2003-2004), tante quante Seedorf e Gattuso a centrocampo. Nessuno in squadra giocò di più. Ammetto che il suo arrivo mi fece rivivere lo stesso grattacapo che avevo avuto la stagione precedente cercando di far entrare Rivaldo. La differenza è che Kaká era sulla buona strada per la grandezza, mentre Rivaldo non era più al suo apice".
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