Un occhio al campo

Il Milan coi Fab4 è disequilibrato in fase offensiva

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Il Milan con i Fab4 è equilibrato in fase difensiva, ma ha una fase offensiva disequilibrata. L'importanza di Rejinders nei tre davanti...
mbambara
mbambara Vice direttore 

Quando si parla del tema della mancanza di equilibrio in una formazione, in molti pensano automaticamente ad una squadra che prende troppi gol. Il concetto è corretto soltanto in parte, perché l’equilibrio per una squadra si misura anche nel modo di attaccare e questo riguarda anche il Milan dei Fab4, diventati tale dopo l'arrivo di Gimenez e Joao Felix.

Un aspetto che sorprende del Milan delle ultime settimane – quello successivo alla mini-rivoluzione di mercato della parte finale di gennaio – è proprio un modo di attaccare poco equilibrato.

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Empoli-Milan

I Fab4 e la "sterilità" offensiva: una possibile spiegazione

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Il tema dei “Fantastici 4” – mai definizione fu peggiore – viene trattato esclusivamente per segnalare un Milan sbilanciato in avanti che non aiuta la difesa.

Non è così perché, a differenza di quanto la vulgata sostiene impropriamente, il contributo difensivo dei quattro giocatori offensivi non è mai mancato.

Il Milan, nelle ultime partite, ha preso gol su gravi errori individuali e non per uno scollamento fra i reparti che ha causato praterie libere per gli avversari.

Esiste più precisamente un tema offensivo, ampiamente sottovalutato. La squadra rossonera tende ad avere troppi giocatori che vogliono ricevere il pallone sui piedi e pochi giocatori che, invece, attaccano lo spazio per agevolare lo scarico del portatore.

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TURIN, ITALY - FEBRUARY 22: Tijjani Reijnders of AC Milan dejected at the end of the Serie match between Torino and Milan at Stadio Olimpico di Torino on February 22, 2025 in Turin, Italy. (Photo by Claudio Villa/AC Milan via Getty Images)

Probabilmente inserire un centrocampista in più in luogo di uno di uno dei Fab4 permetterebbe al Milan di attaccare meglio. Ciò perché, in tal modo, si riporterebbe Rejinders (il più bravo senza palla fra i centrocampisti) nei tre giocatori dietro la punta.

Non sempre l’aumento del talento porta l’aumento dei numeri offensivi.

Quindici anni fa Carlo Ancelotti mise in campo, a Roma, una squadra che aveva Beckham, Pirlo, Seedorf, Pato, Kakà e Ronaldinho. Non funzionò. In quella stagione il Milan trovò la quadra tattica inserendo un centrocampista (Ambrosini) al posto di Ronaldinho. Non sempre più qualità tecnica significa più gol. Sono i giocatori che si muovono senza palla che rendono migliore e più fluida la manovra di una squadra.