In molti fra i tifosi del Milan sostengono che sia meglio non qualificarsi a nessuna coppa europea, nell’impossibilità di raggiungere la qualificazione alla Champions League. A detta loro questa situazione sarebbe ideale per poter costruire e programmare la prossima stagione. Personalmente la penso in maniera diametralmente opposta. Le squadre che crescono sono quelle che giocano, anche nell’Europa minore, mentre le squadre che non crescono – addirittura che regrediscono – sono quelle che osservano le altre giocare. Credo che il senso più autentico dello sport non sia basato sulla rinuncia, bensì sulla ricerca di qualsiasi obiettivo sportivo possibile. Non significa scendere in piazza per festeggiare una eventuale qualificazione alla Conference League. Significa dare valore a qualsiasi competizione.
Il Milan di Stefano Pioli che vince un campionato ed arriva due volte secondo nasce anche grazie ai preliminari di Europa League, giocati contro avversari non di grande livello tecnico ma seri, tosti, motivati, affamati. Il pane duro di quell’Europa minore è stato esperienza formativa per il Milan di Pioli. Scartare gli altri obiettivi europei che non siano la qualificazione alla Champions League mi pare quindi un atteggiamento da “bauscia” che non può e deve appartenere ad una tifoseria come la nostra che nasce “casciavit” e deve rimanere sempre fedele a sé stessa. Sono convinto che nella prossima stagione – se il Milan riuscirà a programmarla bene – la squadra rossonera si potrà togliere tante soddisfazioni importanti, anche disputando una coppa europea al giovedì. Non c’è vergogna a disputare l’Europa minore. Si possono trovare motivazioni anche lì.
Si può crescere anche affrontando avversari di livello minore. Ogni partita è una lezione ed in ogni gara si può imparare qualcosa. Guardando gli altri, invece, ci si incupisce e basta. Il Milan, insomma, ha il dovere di provare a raggiungere qualsiasi obiettivo sportivo in questa stagione. Ce lo insegna il senso dello sport.
© RIPRODUZIONE RISERVATA