Non è la vittoria che cambia la nostra stagione, ma è una vittoria che massaggia il cuore di quei tifosi rossoneri. Il Milan non pare volersi rassegnare ad un’annata disgraziata. Nella gara di ieri sono emerse la voglia ed il temperamento del Milan, ma anche i suoi limiti di gioco e di organizzazione.
Riflessioni post Lecce
Il Milan non si rassegna a quest’annata disgraziata…..

Comunque, riuscire a darsi un obiettivo di secondo piano, come la conquista di un posto nelle coppe (Europa League o Conference) non deve essere visto come un’onta vergognosa; va vista semmai come un’opportunità per svoltare.
Le stagioni balorde, in cui tutto gira male, vivono di tensioni crescenti e nervosismi latenti. Queste contingenze portano una squadra a consumare tesori di energie mentali. Tutte le circostanze conseguenti prosciugano le gambe dei giocatori, perché ci sono eventi a cui si fa fatica a dare spiegazioni razionali. Un'annata disgraziata, spesso, ha queste peculiarità ed il Milan non fa eccezione.
La squadra ieri sera si è ribellata a quest’inerzia ingiusta ed a volte un po’ fantozziana. Sono mancate alcune cose che nelle prossime gare sarebbe opportuno vedere – linee di gioco e organizzazione – ma il temperamento e la fame sono emersi.

Per il Milan è fondamentale andare oltre quest'annata disgraziata
—Da soli il carattere e la voglia non possono però bastare. Il Milan deve provare a migliorare la qualità del suo possesso palla che, contro le difese schierate, risulta ancora troppo lento. Ne consegue un ritmo basso che non facilita le giocate e linee di gioco credibili.
Esiste poi un problema evidente in fase di organizzazione in fase di non possesso. Ieri sera il Lecce ha segnato due gol su due palle perse dal Milan in avanti. Vanno chiarite le marcature preventive e uno dei due interni della mediana non deve scoprire la posizione lasciando i centrali a gestire eventuali situazioni di palla scoperta.
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