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LECARTE IN TAVOLA

Il Milan e San Siro: San Donato resta in stand by…

San Siro
La saga di San Siro si avvicina al momento della verità, con il consiglio comunale chiamato a pronunciarsi sulla proposta di acquisto di Milan e Inter, mentre i protagonisti si scambiano schermaglie dialettiche.
Redazione Milanistichannel

di Alessandro Giudice per il Corriere dello Sport -

Il Milan ha giocato su più tavoli, portando avanti il progetto alternativo del nuovo stadio a San Donato (dove ha acquistato i terreni) quando la ristrutturazione di San Siro era su un binario morto. Ora San Donato è in standby, perché il Milan vorrà vedere le carte in mano al Comune di Milano prima di abbandonare la mano. L'Inter è entrata in partita solo con l'arrivo di Oaktree, perché progetti alternativi come Rozzano erano solo dichiarazioni mediatiche.

Le due proprietà

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I due club hanno proprietà affini negli obiettivi e nella capacità di condurre un progetto ambizioso: Oaktree e RedBird si muovono in sintonia mentre Zhang aveva interesse a prendere tempo, non avendo i soldi. Se San Siro salterà, a Milan e Inter converrà fare altrove uno stadio condiviso perché dimezzare l'investimento conviene. Il rendimento di uno stadio nuovo deriva dai flussi di cassa positivi che esso promette di generare negli anni (incassi più alti dal botteghino, ristorazione, merchandising, eventi) in rapporto al capitale immobilizzato per la sua costruzione, ma realisticamente uno stadio produce ricavi per una trentina di giorni l'anno.  Se i club si alternano nel suo utilizzo (come oggi a San Siro) gli incassi non ne risentono ma se l'investimento si dimezza il rendimento quadruplica.

Sala rimpiange Moratti e Berlusconi

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Secondo il primo cittadino milanese, la passione sportiva era il motore delle azioni dei due patron lombardi mentre oggi, dice, le proprietà straniere pensano più al business: affermazione oggettivamente condivisibile ma inutile a fini pratici, perché la natura degli investitori è una variabile dell'equazione che non può essere modificata. I costi per le bonifiche sono solo una schermaglia negoziale. I club vogliono scontarli dal prezzo, il sindaco manda avvisi ai naviganti: non tirate la corda perché rischia di spezzarsi. Questioni di contorno, rispetto alla partita - tutt'altro che scontata - che si aprirà in consiglio comunale, dove tutti hanno da perdere perché i club dovrebbero rinunciare al brand iconico di San Siro ma il Comune possiede uno stadio non ristrutturabile.

San Siro

(Photo by Giuseppe Cottini/AC Milan via Getty Images)

San Siro è così decrepito che non potrà ospitare la finale di Champions e gli Europei: smacco enorme per la città ma perfino trascurabile se confrontato con il disastro che arrecherebbe al contribuente l'abbandono di un manufatto decadente, costoso e non riqualificabile. Il quartiere di San Siro, la città di Milano, rischiano di ritrovarsi per sempre con un rudere abbandonato. Qualcuno si faccia un giro dalle parti del Flaminio per vedere l'effetto che fa.