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di Alessandro F. Giudice per il Corriere dello Sport -
I ricavi nel 2019/20 si erano ridotti a 192,3 (con una perdita di 186 milioni) e l'incremento è del 150% in sei anni. Da allora il Milan ha aumentato i costi di 100 milioni e i ricavi di 300. Nel frattempo, c'è stato il cambio proprietario da Elliott a Red Bird, che ha chiuso in utile i tre bilanci della sua gestione: un risultato storico, perché mai nella sua storia moderna il club aveva chiuso tre anni consecutivi in positivo.
I 420 milioni di ricavi operativi (depurati della componente non stabile, rappresentata dal player trading) consentono di proiettare (utilizzando un multiplo di 5 volte) un valore del club che potrebbe raggiungere i due miliardi. Ciò significa che, in termini di pura valorizzazione di un asset acquisito per 1,2 miliardi nel 2022, RedBird avrebbe realizzato un ottimo affare. Se i ricavi operativi sono un buon indicatore della capacità del club di generare risorse, costruire una sequenza di bilanci in utile (o almeno in pareggio) consente di comunicare al mercato che il business è autosufficiente, capace di camminare sulle sue gambe senza interventi dell'azionista, come accade invece spesso nel calcio.
Altro dato rilevante nelle pieghe del bilancio milanista è il primato nei ricavi commerciali: ricavi stabili e ricorrenti, non condizionati dagli alti e bassi della performance sportiva: 152 milioni il Milan contro 132 dell'Inter e 116 della Juve che da oltre un decennio primeggiava in Serie A. I numeri raccontano, per esempio, che con la gestione RedBird il club ha prodotto 179 milioni di liquidità investendone 240 in acquisti di calciatori, al netto delle cessioni. Sul versante dei costi, mantiene un monte ingaggi (159,8) inferiore a concorrenti dirette come Inter (218,6) e Juve (220,2) mentre gli investimenti sul mercato fanno salire gli ammortamenti dei cartellini da 75,2 a 84, superando Inter (da 75,5 a 60,7) e Juve (da 139 a 125).
Il valore patrimoniale dei cartellini del Milan sale da 186 a 201, supera così quello dell'Inter (sceso a 164) mentre la Juve mantiene uno stratosferico valore di 323,5. Ciò che i numeri non dicono è che il Milan si è stabilmente insediato nella top-15 dei club internazionali per numero di follower, ricavi commerciali e riconoscibilità del brand. Non è un risultato banale, per un club stabilmente fuori dalla top-20, appena 5 anni fa, secondo l'annuale classifica di Deloitte.
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