Tommaso Turci: Da bambino giocavo a fare la telecronaca delle partite all’oratorio. Poi un giorno mi chiesero di commentare Mantova-Giana Erminio allo stadio Martelli: studiai talmente tanto che ancora oggi mi ricordo le formazioni ufficiali. Ho iniziato a scrivere a Modena nel quotidiano della mia città, da lì un lungo percorso che mi ha portato ad essere telecronista, conduttore e inviato a Fox Sports per il calcio internazionale. Nel 2018 è arrivato DAZN che mi ha fatto esordire in Serie A e mi ha regalato un viaggio a Miami per raccontare il Super Bowl. A volte mi trovate a bordocampo, altre in cuffia, sempre col solito entusiasmo.
ESCLUSIVA
ESCLUSIVA – Tommaso Turci (DAZN): la dirigenza e la crescita di Ibrahimovic

MILAN, ITALY - APRIL 11: (L-R) CEO of #ACMilan, Giorgio Furlani, Zlatan Ibrahimovic, Founder and Managing Partner of RedBird Gerry Cardinale and AC Milan Technical Director Geoffrey Moncada pose prior to the UEFA Europa League 2023/24 Quarter-Final first leg match between AC Milan and AS Roma at Stadio Giuseppe Meazza on April 11, 2024 in Milan, Italy. (Photo by Daniele Venturelli - AC Milan/AC Milan via Getty Images)
Questa è la biografia di Tommaso Turci sul sito di SportBusinessAcademy. Una descrizione che dimostra come la sua passione sia diventata il suo lavoro.
Di seguito il terzo estratto dell'intervista ESCLUSIVA ai nostri microfoni, dove affronta il tema dirigenziale, soffermandosi in particolare sulla crescita di Ibrahimović.
La dirigenza ed il ruolo di Ibrahimović per Tommaso Turci
—In merito al tema più in voga nelle ultime settimane, un pensiero sul scenario relativo al DS: quale profilo risulta più adatto per il Milan?
"Sicuramente dovrà arrivare una persona che dovrà essere responsabilizzata e legittimata a lavorare, a poter prendere delle decisioni. Quindi dovrà arrivare una persona che sia il fattore di unione tra la società, lo staff e la squadra. Dunque qualcuno che vada ad amalgamare ulteriormente il gruppo. Un punto di riferimento per tutti. Che si prenda anche delle responsabilità, ma che sia legittimato a lavorare. Credo che serva una persona che abbia un rapporto forte con i giocatori, un contatto diretto all’interno dello spogliatoio. Qualcuno che riesca, quando necessario, a prendere le difese dell’allenatore, a parlare con la squadra e ad ascoltare il gruppo. Credo che questo sia il profilo ideale. Poi certo deve essere anche uno che abbia le capacità per costruire una squadra estremamente competitiva, con il fine di tornare ad essere il grande Milan."
Dal punto di vista comunicativo ha notato una crescita di Ibrahimović negli ultimi mesi?
"Certamente Ibrahimovic sta lavorando per diventare dirigente, perché non è che dirigente lo si diventa in un attimo. Ci vuole del tempo e del lavoro, ovverosia ci vuole un percorso. Bisogna molte volte essere affiancati e cercare anche di imparare dalle persone intorno. Quindi è perfettamente consapevole che quello che è stato da calciatore, non conta nella sua carriera da dirigente. Si, certo, ci sono varie qualità che sicuramente tornano nell’Ibrahimovic dirigente, pensiamo anche solo alla sua capacità di essere coinvolgente e nel suo modo di leader. Poi ci sono tante cose che vanno migliorare e nelle quali deve crescere. Certo anche per lui, come per tutti, è un percorso di crescita. Poi è chiaro che anche lui è valutato in base ai risultati che porta. Pertanto, quello che ci dimostrerà e ci farà vedere in questa parte finale di stagione e nella stagione che verrà, credo che sarà determinante per una valutazione. Fino a questo momento le spaccature che ci sono all’interno della società, tutte queste divergenze - con diverse figure, che hanno tutte quante responsabilità, ma allo stesso tempo si tolgono responsabilità a vicenda - non aiutano nella crescita di questo Milan. Bisogna avere un’identità più precisa."
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