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Il giorno del condor

Lo specchio del Diavolo – La storia di Adriano Galliani dal Milan al Monza

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Buon compleanno ad Adriano Galliani! Successi, scivoloni (Marsiglia nel 1990), colpi di mercato e il litigio con Barbara Berlusconi nel 2013. L'addio, l'allarme rientrato e il closing del 2017 con Marco Fassone a prendere le redini.
Samuele Virtuani
Samuele Virtuani Redattore 

E' stato il dirigente più importante della vera squadra rivale delle mie stagioni all'Inter. È un dirigente conosciuto nel mondo e gli auguro di godersi la vita perché il calcio dà molto, ma toglie altrettanto. Soprattutto sul piano privato.

Parola di José Mourinho. Con l'omaggio dell' ex tecnico interista più vincente e più amato dai tifosi nerazzurri al pari del mago Helenio Herrera, è possibile avere la reale dimensione del valore di Adriano Galliani, made in Milan dal 1986.

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Adriano Galliani e la scalata col Milan

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Nato a Monza il 30 luglio 1944, è l'amministratore di un'azienda che si chiama Elettronica Antenne con la passione per il calcio. Per diverso tempo è il direttore generale della squadra della sua città. Il suo lavoro sportivo, pur militando i brianzoli in categorie diverse dalla massima serie, è molto apprezzato. Silvio Berlusconi sa che serve gente competente e scaltra per il suo nuovo Milan.

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I colpi del condor: il calciomercato secondo Galliani

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Prima di vincere devi acquistare dei calciatori, ma per farlo devi avere l'occhio e la velocità di un falco. Anche i soldi, certo, ma questi sarebbero niente senza chi sa come, dove e quando spendere, e i tre sono le persone giuste per rispondere a tali quesiti. Il suo primo acquisto è Dario Bonetti dalla Roma a cui segue dall'Atalanta Roberto Donadoni, strappato alla Juventus.

Il numero di giocatori scelti da Galliani sulla base di intuizioni personali è molto alto, ma a stupire in molte occasioni è la velocità di concludere affari vantaggiosi per il sodalizio milanese. Un esempio su tutti riguarda l'acquisto, nell'agosto 2010, dello svedese Zlatan Ibrahimović, pagato solamente 24 milioni quando, nella stagione precedente, i catalani l'avevano preso dall'Inter per una cinquantina di milioni, ma cedendo anche il camerunense Samuel Eto'o.

Luci a... Marsiglia!

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Di Galliani si possono ricordare anche le particolari esultanze che trasformano le fattezze del suo volto magari anche davanti a Berlusconi, che invece accenna un sorriso, un gesto con la mano. Un'esultanza per tutte è quella del maggio del 1999, al secondo gol del Milan a Perugia, con il figlio e Ariedo Braida, che Galliani abbraccia con grande impeto. Il Milan in quell'esatto momento vince il suo sedicesimo scudetto. Ben trentuno anni ai vertici della società, secondo solo al presidente che di lui si sempre fidato ciecamente: nessuno conosce il Milan come Galliani.

Galliani e Barbara: la diarchia non funziona e il Milan affonda

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Nel novembre del 2013 l'amministratore delegato rossonero, la cui carica trova conferma annuale da parte dei soci del club, annuncia il divorzio dal Milan per una serie di ragioni, prima tra tutte l'ingresso di Barbara, figlia del patron milanista, nell'organigramma del club. La presunta ingerenza in decisioni solitamente spettanti a lui lo inducono al divorzio. Solo l'intervento di Berlusconi scongiura l'evenienza ricorrendo allo stratagemma della diarchia.

Come per l'impero romano, che nel 395 d.C., alla morte di Teodosio, si divide in due parti con altrettanti imperatori, Arcadio a occidente con capitale Milano e l'altro, Onorio, sovrano della parte orientale con capitale Costantinopoli, così il Milan può appoggiarsi su due amministratori delegati con funzioni differenti: Galliani si dovrà occupare del mercato, mentre l'erede del Cavaliere del marketing e della logistica.

Tempo poche settimane e con l'arrivo del nuovo anno il problema si ripropone: Massimiliano Allegri viene rimosso dall'incarico dopo l'inopinata sconfitta a Sassuolo per 4-3. La decisione sembra sia stata tutta di Lady B; mentre Galliani non può fare altro che prenderne atto. Il Milan pare un'idra impazzita. Troppe teste e quella struttura snella e vincente dei decenni precedenti completamente smarrita.

Da Galliani a Fassone e l'avventura col Monza

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Nelle stagione successive, la situazione subisce una normalizzazione me il Milan di Silvio Berlusconi è, ormai, giunto al termine di quello che alcuni definiscono sunset boulevard. Le voci di cessione della società si rincorrono, la stampa parla di svariate cordate interessate all'acquisto dei rossoneri: da Mister Bee Teachubol passando per Sal Galatioto, fino al misterioso Yonghong Li, l'erede designato da Berlusconi e proprietario del Milan tra l'aprile 2017 e il giugno 2018.

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Il 13 aprile 2017, Galliani saluta così il Milan, questa volta per davvero. Al suo posto ecco subentrare Marco Fassone, spalleggiato da Massimiliano Mirabelli come vertice dell'area tecnica del club. Il calcio, però, è una parte integrante della vita di Adriano Galliani così come lo era per Silvio Berlusconi. E, allora, ecco che i due ritornano in sella nel 2018 rilevando il pacchetto azionario di maggioranza del Monza. E l'inizio di un altro capolavoro calcistico, che trova il proprio compimento con la prima storica promozione nella massima serie nel maggio 2022.