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L'equilibratore allegriano per eccellenza

Alexis Saelemaekers, perfettamente bilanciato come tutto dovrebbe essere

Samuele Virtuani
Samuele Virtuani Redattore 
"Ho finito di andare e venire" - parola di Alexis Saelemaekers, essenziale equilibratore e uomo per tutte le stagioni. Questa è la sua storia.

Passano gli anni ma in tanti non hanno ancora imparato a pronunciare e a scrivere il suo cognome, storpiandolo nei modi più disparati. Alexis Saelemaekers, del resto, è sempre stato così: sfuggente ad ogni inquadramento tecnico e temperamentale, mai volto di copertina e sempre fido gregario su cui contare, ibrido per natura e per questo al passo con i tempi e le esigenze di chi siede in panchina.

Alexis Saelemaekers e l'approdo al Milan

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Alexis Saelemaekers arriva a Milano nel gennaio 2020 in un periodo di profonda ristrutturazione della rosa da parte dei plenipotenziari che alloggiano al quarto piano di Casa Milan. I rossoneri, infatti, nel tentativo di lasciarsi alle spalle la Dea e il Grande Incubo del 5-0 subìto in chiusura di 2019, si tuffano nel calciomercato di riparazione con la voglia di dare ben più di una mano di bianco ai locali di Milanello. E così, come fanno i buoni mariti che accompagnano le loro signore all'IKEA nei piovosi pomeriggi domenicali, ecco che Maldini e Boban riempiono il carrello con ogni sorta di articolo. Da quella lampada da terra telescopica che finalmente illuminerà a giorno locali un po' troppo oscuri, Zlatan Ibrahimovic, a quel mobile massiccio in grado di dare personalità alla camera da letto e far dormire sonni tranquilli senza essere assillati da un senso di disordine, Simon Kjaer, senza dimenticare, ovviamente, quei fermaporta essenziali per evitare brutte sorprese, Asmir Begovic, e quei sacchetti a tenuta stagna dei quali si è rimasti senza, Diego Laxalt. Verso la fine del percorso guidato nel punto vendita, però, ecco che lo sguardo cade su un piccolo componibile di cui qualcosa rapisce l'occhio. Difficile dire quale aspetto risalti, ma nella mente si fa largo una sensazione di diversità. Il carrello accoglie così anche quelle assi di legno. Mal che vada, si può sempre fare il reso o tenerle di scorta per eventuali riparazioni o lavoretti di bricolage.

Alexis Saelemaekers viene percepito così. Il classico frutto della diversificazione degli investimenti, la scommessa che può diventare poi certezza. Non lo conosce quasi nessuno. Si sa che viene dall'Anderlecht, che sarà il quinto belga della storia del Milan dopo Van Hege, Gerets, Tobias e Camille Nys e che dovrebbe sostituire il partente direzione Siviglia Jesus Fernandez Saez, in arte Suso, da tempo in rotta col tifo rossonero per il suo modo di giocare a detta di tutti prevedibile e limitante per l'intera squadra. Qualcuno obietta che sostituire un'ala offensiva con un terzino appena sgrezzato dai campi della Jupiter Pro League non sia una buona idea. Ma nel calcio, come del resto anche nella vita, raramente si vince quando si va per analogie e scelte conservative.

L'impatto di Alexis Saelemaekers

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I primi mesi sono per Alexis Saelemaekers di apprendistato. Esordisce in A il 2 febbraio 2020 nella sfida che vede il Milan pareggiare a San Siro contro il Verona di Ivan Juric per 1 a 1. Il 18 luglio 2020, nel pieno del calcio pandemico fatto di sussurri e grida, segna, sfruttando un delizioso velo di Ibra su traversone di Theo, il suo primo gol con la maglia del Milan contro il Bologna, dimostrando di essere ormai a suo agio negli schemi del nascente Milan di Stefano Pioli. La stagione successiva, lo vede in campo per 40 volte in tutte le competizioni, mettendo a referto 3 reti, due in campionato nelle sfide del girone di andata contro Roma e Sassuolo e l'altra durante quell'odissea a Vila do Conde nel terzo turno preliminare di Europa League che vede il Diavolo affrontare il Rio Ave. Saelemaekers c'è, s'inserisce nelle sortite offensive dei rossoneri con precisione ed è pedina preziosa, riequilibratore naturale per i rossoneri.

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La stagione vede, tuttavia qualche stop di troppo per noie fisiche e la spada di Damocle delle sanzioni disciplinari che pende sempre sopra la testa del belga, reo, alle volte, di entrare in campo con troppa temperatura addosso e di causare falli, anche di reazione, alle volte evitabili. A Bergamo, ad ogni modo, il sorriso sul volto dell'esterno belga è di quelli sinceri e l'emozione è forte: "Dove andiamo? Andiamo in Europa!" - grida con voce stentorea durante una ripresa fatta con la Go-pro. Davide Calabria, nel mentre, lo abbraccia e bacia la toppa più bella e prestigiosa mai apparsa sulle maglie dei rossoneri: quella argentea e col numero 7 ben impresso. Il Milan ha appena vinto 2 a 0 nella tana del nemico sportivo che tanti dispiaceri aveva dato al tifo rossonero nei mesi precedenti, incluso un perentorio 0-3 corsaro nella sfida di andata e che aveva visto l'assenza di Saelemaekers per somma di ammonizioni.

Il Milan torna, grazie a quei tre punti e all'infallibilità dal dischetto di Kessie, ad assaporare le notti di Champions League dopo sette lunghi anni di assenza. Nello spogliatoio, scatta la festa e le casse Bluetooth dell'intera rosa trasmettono a tutto volume "la musichetta", come amava chiamarla Adriano Galliani, mentre Krunic, Kalulu, Calhanoglu, Haughe, Leao, Tomori e, ovviamente, uno scatenato Alexis Saelemaekers inscenano la passerella di volti che tanto fa battere i cuori negli istanti precedenti il fischio d'inizio delle notti di Coppa.

Cuore d'oro, medaglia al collo ma qualcosa si rompe

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La stagione successiva è quella del diciannovesimo scudetto e di un gruppo giunto ormai alla giusta maturazione per alzare il livello. Alexis dà il suo contributo: in serie A sono 36 gettoni conditi da una rete, contro la Salernitana a San Siro con annessa esultanza esibendo la maglia 24 a supporto del lungodegente Kjaer, e tre passaggi vincenti. Tangibile anche il miglioramento dal punto di vista disciplinare: solo due cartellini gialli in 1865 minuti giocati. Nelle notti più belle, quelle europee, Alexis dà spettacolo nell'unica serata di gloria per il tifo milanista: il trionfo, unica italiana a riuscirci fino a questo momento, al Wanda Metropolitano contro l'Altetico Madrid grazie alla rete di Messias. Il belga svela il suo lato più tecnico e per larghi tratti risulta preziosissimo nella gestione palla sulla pressione colchonera. Al triplice fischio, Alexis regala un'altra clip ai social: un jump scare da horror hollywoodiano culminato con un urlo liberatorio e che fa subito il giro del web.

Dagli acuti del Wanda, Alexis e l'intero mondo Milan si ritrovano ad urlare di gioia anche a Reggio Emilia. Il Milan è campione d'Italia e Alexis arringa il pubblico del Mapei Stadium. "Non sarà un fenomeno, ma è un giocatore duttile, importante, dinamico" - commenta Pierluigi Pardo mentre Luigi De Siervo, AD di Lega serie A, premia il diavoletto belga con quella medaglia dorata che Stefano Pioli, invece, smarrirà nella bolgia dell'apoteosi in terra emiliana, salvo poi ritrovarla, dietro accorata campagna social, qualche ora dopo.

La stagione 2022-23 è in chiaroscuro per Alexis così come per il Milan, impegnato a corteggiare per un'estate intera altri due belgi, Divock Origi e Charles De Ketelaere. Alexis, eclissato ben presto dal dogma del trequartista alle spalle di Giroud, subisce la lesione al legamento del ginocchio sinistro nell'ottobre 2022, mentre il Milan vince a fatica sul campo dell'Empoli. Lo si rivede a gennaio 2023, dopo il mondiale qatariota e dopo che i rossoneri hanno ottenuto l'accesso agli ottavi di finale di Champions League contro il Tottenham di Antonio Conte, grazie anche alle due reti in altrettante partite della fase a gironi proprio a firma del belga. A fine anno, le presenze totali saranno 39 in tutte le competizioni per un totale di 1838 minuti. La stagione, però, è amara, anche a causa di un finale di stagione che vede l'Inter surclassare il Milan nell'euroderby delle semifinali della "Coppa dalle grandi orecchie". I rossoneri vedono i cugini volare a Istanbul in finale di Champions League contro il Manchester City, si leccano le ferite e con nove punti nelle tre partite finali di serie A chiudono al quarto posto dietro a Napoli, Lazio e Inter.

Saelemaekers in Piazza Grande, a modo suo...

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L'estate 2024 è costellata di veleni, polemiche e ripensamenti. Il tandem Maldini - Massara lascia il quarto piano di Casa Milan, occupato da lì in avanti da Giorgio Furlani e Moncada che divengono i plenipotenziari dell'area sportiva. Scattano, allora, le porti girevoli soprattutto sulle fasce e Saelemaekers, emblema forse di un Milan di cui ci si voleva definitivamente disfare, saluta così Milanello accasandosi in prestito con diritto di riscatto al Bologna di Thiago Motta. "Ho capito che qualcosa al Milan non stava andando per il verso giusto. Dovevo rimettermi in discussione." - racconterà poi ai microfoni di Milan TV. Il belga che era arrivato nell'inverno 2020 in piena ristrutturazione della rosa, saluta così in un'atmosfera molto simile, sospesa tra gli addii e la malinconia che gli scatoloni di cartone e i nastri di scotch da sempre instillano in chi li guarda. A Bologna, è assoluto protagonista della storica qualificazione in Champions League dei felsinei. A fine anno saranno 32 presenze arricchite da 4 gol e 3 assist. Una maturazione impressionante soprattutto sul piano realizzativo. I rossoblù, nonostante prove encomiabili da parte dell'ex Anderlecht e una disponibilità economica derivante dagli introiti Champions sconosciuta negli anni precedenti, decidono di non riscattarlo.

Il belga fa allora ritorno a Milano, dove ritrova quel misto di amarezza, insoddisfazione e incompiutezza che aveva lasciato l'estate precedente. A ciò, ecco aggiungersi l'incertezza derivante dalla fine di un ciclo, quello di Pioli, Giroud e Kjaer, tutti e tre salutati all'ultima giornata del campionato 2023-24. Le redini della squadra sono affidate a Paulo Fonseca ma il belga non avrà l'occasione di poter essere allenato in partite ufficiali dal tecnico lusitano. Infatti, mentre sta accarezzando l'idea di poter disfare gli scatoloni anche grazie ad un ottima prova con tanto di gol nel Trofeo Berlusconi, Saelemaekers è scambiato nelle ultime ore di mercato con il romanista Tammy Abraham. Un'operazione veloce, dati i tempi stretti e le lungaggini burocratiche dei transfer, con i due club che scelgono di procrastinare ogni discussione su un eventuale trasferimento a titolo definitivo dei rispettivi tesserati. Alexis Saelemaekers vivrà, dunque, per la seconda stagione consecutiva lontano dai campi di Milanello e dai boati di San Siro, uno stadio che non prende benissimo la sua cessione.

Una stagione gladiatoria e il ritorno al Milan con Allegri

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Punto nell'orgoglio e smanioso di riconquistarsi il proprio posto all'interno della rosa del Milan, il belga fa registrare numeri di gran lunga migliori dell'annata precedente. Con i capitolini saranno, infatti, 31 partite costellate da 7 gol, di cui uno nel derby dell'Epifania 2025, e 7 assist. Numeri troppo importanti per essere ignorati da un intenditore di calcio come Massimiliano Allegri, chiamato al capezzale di un Diavolo malato, schizofrenico, afflitto da una crisi cronica di risultati e da un'emorragia difensiva inaccettabile, quasi cento reti incassate in un biennio. Il livornese è subito categorico: Saelemaekers sarà titolare inamovibile nel suo undici iniziale. Il giorno del raduno fuga ogni dubbio. Saelemaekers è chiamato ai microfoni di Milan TV per presentare la nuova stagione e far trapelare le prime, buone, sensazioni in vista della stagione appena iniziata. "Ho finito di andare e venire" - dice col suo italiano forbito e quell'erre leggermente moscia che il tifo rossonero aveva imparato ad amare nell'anno dello scudetto.

Le cronache, oggi, ci parlano di un belga mai così in grande spolvero e in odore di rinnovo contrattuale in primavera, è in scadenza nel giugno del 2027. Ai gol con Napoli e Parma, partita nella quale si è anche procurato un calcio di rigore, ha poi aggiunto l'assist con cui Modric ha segnato la sua prima rete con la magia del Milan contro il Bologna a San Siro. L'equilibrio regna, dunque, sovrano: nelle statistiche, in campo e nella continuità di risultati. La regola di Alexis Saelemaekers è sempre stata questa, in fin dei conti.