William Barbosa: “Sarri sarebbe stato ottimo per il Milan”

Di seguito i temi trattati - Su Neres e il Napoli: “Grande calciatore, grande potenziale e sono sicuro possa giocarsi le proprie chances per essere titolare agli ordini di Conte. Il Napoli ha fatto un grandissimo acquisto e sta già mettendo in mostra tutta la propria enorme qualità. Potrà dare veramente tanto in questa stagione”. Su Endrick, giovanissimo attaccante del Real Madrid: “Possiamo dire sia stato un po’ sfortunato, perché quando è stato acquistato dal Real non si aspettava nemmeno lui che arrivasse Mbappé. Giocarsi il posto con un calciatore simile diventa davvero complicato, mentre l’inserimento per altri calciatori brasiliani ai Blancos è stato più semplice”. Sul Verona di Zanetti: “Si tratta di una piazza molto particolare: la finalità del club è sempre quella di reperire sul mercato elementi sconosciuti che possano maturare per far mantenere alla squadra la categoria. Diventa più complesso nel momento in cui i tifosi stessi contestano i calciatori, perché sono molto esigenti e creano quel clima un po’ particolare. Zanetti è un ottimo allenatore, preparato e giovane; non è semplice lavorare con giovani prospetti, per lo più sconosciuti, ma sta assemblando una bella squadra”.

Su Sarri e l’eventuale approdo al Milan

“Sarri è un grande allenatore, è cresciuto tantissimo - il commento di William Barbosa a EuropaCalcio.it - personalmente, l’ho conosciuto e ho collaborato con lui all’inizio della sua carriera, ma era già una sorta di martello. Incredibile il modo in cui conosca ogni singolo particolare dell’avversario, ogni caratteristica. Ti trattiene ore e ore a vedere video, perché è un grande lavoratore. Quindi, lo vedrei benissimo al Milan, assolutamente. Un aneddoto su Sarri? Beh, quello raccontato da Zeytulaev in una recente intervista a Europacalcio.it, è vero: non faceva giocare quelli che indossavano le scarpe colorate! (ride, ndr)”.

Sull’impatto a Verona: “Complicato, perché Verona è una piazza importantissima, ma particolare. Seguii, più che altro, la volontà del mio procuratore, Pastorello, che era il figlio. Si trattava di un giochetto loro, per così dire, che per intenzione mia. In ogni caso, finii fuori rosa per una questione tra tecnico e allenatore che non aveva nulla a che fare con il sottoscritto, ma fu una situazione che subii molto. Poi, arrivò Ventura e cambiò tutto: mi trovai molto bene con lui e fu tutto più semplice. Persona splendida, preparata e con la quale ho collaborato perfettamente”.

Su Italiano, suo ex compagno al Verona: “Sta crescendo tantissimo: ha fatto benissimo a Firenze, ma lo vedo bene in un contesto come quello della Champions League. Allenatore serio, brava persona, preparato tatticamente. Non è semplice subentrare a Thiago Motta, per tutto ciò che il Mister ha fatto l’anno scorso, ma saprà affrontare le difficoltà iniziali uscendone al meglio”.

Su Ventura in Nazionale: “L’esperienza con gli azzurri non è stata semplice, ma più che altro perché non era il momento giusto per allenare l’Italia. Ha preso in mano una situazione difficile, probabilmente era stanco, anche anagraficamente, per poter reggere un impegno di tale portata. Probabilmente, si sarebbe potuto scegliere un altro allenatore, ma la bravura di Ventura non si discute”.

Calcio brasiliano in crisi? “Ancelotti sarebbe l’allenatore perfetto per rilanciare la Nazionale brasiliana. L’attuale tecnico, per me, non è così indicato come l’allenatore del Real Madrid per alzare la Coppa del Mondo o gestire un gruppo, comunque, importante. Molte volte, ci sono sponsor che impongono quale calciatore schierare: questo è uno dei tanti problemi della Selecao. Vinicius Jr può vincere il Pallone d’Oro, ha fatto un’annata strepitosa e lo meriterebbe: vedremo se ci riuscirà”.

Su Camarda: “Non capisco perché non giochi con continuità, anche se parliamo di una squadra importante come il Milan. In Italia non c’è mai tempo per aspettare che un calciatore cresca, ma questo è un difetto enorme, anche culturale, di questo Paese. Camarda è giovane, in rampa di lancio, è un attaccante che segna gol a raffica e non riesce a trovare spazio: è davvero inspiegabile, ma ci sono altri esempi. In Brasile, ci sono calciatori di 15/16 anni già fortissimi che si consacreranno. Penso a squadre come il Santos, e il Flamengo. In Italia, non è così: non emergono giovani, anche se sono già bravi”.

Su Thiago Motta e la nuova filosofia Juventus: “Gli allenatori devono aver tempo per poter far ingranare le squadre: non appena la Juventus smaltirà i carichi di lavoro, non la fermerà più nessuno. Motta sta improntando una nuova filosofia, dev’essere seguito perché è un grande allenatore e l’ha dimostrato a Bologna. Vlahovic? Ora mi piace, Motta gli ha chiesto di giocare più vicino alla porta”.