Un decano dei ds come Giorgio Perinetti (in carriera ha lavorato per Napoli, Roma, Palermo, Genoa e Juve tra le tante) è l'uomo giusto per scoprire meglio i candidati alla poltrona di uomo-mercato rossonero.
DIPENDE DAL MILAN...
Il Milan e i ds: le tre radiografie di Giorgio Perinetti…
Il ds ideale secondo Perinetti
—Nella sua intervista, Nicolò Schira per Tuttosport parte da Paratici..."Fabio ha una natura molto tecnica. Negli anni ha sviluppato poi altre situazioni, partecipando attivamente nelle trattative economiche che prima erano curate più da Marotta, anche perché lui nasce come talent-scout. Alla Juve spettava a Paratici individuare i giocatori, era l'uomo delle scelte. Segue tutti i campionati a 360 gradi. Paratici ha una grande conoscenza del mercato e presta profonda attenzione anche alle categorie minori. È sempre sul pezzo. Nella gestione dei calciatori, lo vedo più diplomatico di Tare".
A proposito del ds albanese..."Igli è autoritario nella gestione della squadra. È un dirigente molto presente e con un forte impatto nello spogliatoio. È uno che si fa rispettare da giocatori e allenatori. In un club come il Milan che ha avuto diversi scossoni e sembra necessiti di disciplina potrebbe avere il carattere giusto per sistemare le cose. Pur non avendo uno scouting espanso ha contatti in tutto il mondo. Tare si fida di poche persone e lavora in prima persona sulle segnalazioni dei giocatori che riceve. Gli riconosco grande acume nel saper scovare calciatori a prezzi accessibili".
Pro e contro invece di D'Amico per il Milan? "D'Amico è un dirigente discreto e poco appariscente. Ha fatto una lunga gavetta ed è stato premiato dal lavoro fatto. Vanta relazioni importanti sul mercato come quella con Busardò, che è uno dei suoi sponsor ed è tra gli intermediari più influenti in circolazione. Questa cosa rappresenta una vantaggio a livello internazionale. Lo definirei misurato e pacato nella gestione dei giocatori" Domandone. Chi dei tre? "Paratici ha un profilo più internazionale dopo gli anni tra Tottenham e Juve e sa costruire squadre vincenti come accaduto a Torino. D'Amico è molto bravo, ma ha lavorato sempre bene in provincia: c'è da capire come gestirebbe le pressioni di Milano. Tare alla Lazi0 era abituato a lavorare in prima persona, gestendo direttamente squadra e mercato con tutte le pressioni del caso".
© RIPRODUZIONE RISERVATA