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Un'intervista che assomigliava più ad una chiacchierata, in esclusiva per la nostra redazione è intervenuto Francesco Repice che ha toccato diversi argomenti come l'ultimo rush di stagione in Serie A, la questione stadio per Milan e Inter, infine l'eventuale ritorno di Sandro Tonali, ora in forza al Newcastle United, in Serie A. Voci di mercato lo vedevano accostato di nuovo al suo vecchio Diavolo, ma il ragazzo si dice felice di giocare in Premier League.
Con la sua voce in radiocronaca ha fatto innamorare milioni di tifosi e appassionati a questo sport. Da romanista, come si è sempre proclamato esplicitamente. Eppure il rischio di andare in extra-bit sul lavoro non lo scalfisce. L'importante è essere sempre sul pezzo, e avere una buona memoria.
Cosa ne pensa del progetto San Siro, con tutti i cambiamenti dal 2019 ad oggi. Un pensiero sull'attuale progetto, con San Donato e Rozzano aree preferite nel capoluogo lombardo.
"Tutto giusto in proiezione futura, però io sono nato nel 1963. San Siro è stato il teatro della nostra storia, io faccio fatica soprattutto se penso a quanta storia c'è stata in quello stadio e, in parallelo, a ciò che succedeva nel paese anche fuori dal lato sportivo. E cosa ha significato quella storia non solo per Milano città, ma anche per tutti quelle donne e uomini che sono partiti dal sud per cercarvi un futuro lavorativo. E sventolavano la bandiera rossonera o nerazzurra. Anche prima della guerra.
So di essere nostalgico ma San Siro parla anche di quella Milano lì operaia ma che si industrializza e che ho studiato sui libri. Dove partono tante idee, dove c'è gente che si impegna. È chiaro, però, che bisogna attrezzarsi finanziariamente per competere con i colossi europei, però.."
La Nazionale. Il gol di Tonali a San Siro raccontato in cronaca, con lo stadio che urla il suo nome. Sandro può essere quel giocatore italiano che serve più di tutti al Milan? Come lo vedrebbe un eventuale ritorno?
"Lo vedrei benissimo alla Roma (ride, ndr). Sono assolutamente favorevole ad un suo ritorno in Italia. Significherebbe che i nostri club si possono permettere giocatori del suo calibro. Io ho visto il ragazzo, sedersi dietro in aereo e parlare coi magazzinieri, è molto semplice. Ha vissuto un periodo difficile ma ha affrontato il problema senza nascondersi. A me piace chi ammette i propri errori. Non lo conosco naturalmente, ma vedo come si comporta. E lo apprezzo tantissimo.
E sarebbe il garante del milanismo che torna..
"Questi sono nervi scoperti, che vivo anche io a Roma. Pare che nelle società sia un problema mettere certe figure.. io penso che i personaggi noti debbano avere un ruolo chiave nei club dove hanno passato la vita. Non capisco davvero come abbiano fatto a mettere Maldini in quelle condizioni, così come Totti o del Piero. Mi adeguo ma faccio molto fatica a capirlo.
La Roma, ad esempio, è un gruppo ricchissimo ma deve capire che lo sport qui non è la stessa cosa. All'Inter lo hanno capito, mi pare. Lo sport negli USA non è la stessa cosa dell'Italia, soprattutto in certe piazze dove ci sono amore e passione sanguigna per le maglie. A proposito di maglie, mi auguro di non vedere più certe cose, riferendomi proprio al Milan. La maglia per un tifoso è una cosa abbastanza sacra".
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