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Più volte sentiamo dire che il VAR ha ucciso la poesia ed il romanticismo del calcio. Questo succede perché spesso i tifosi non sono sicuri di esultare per un gol in quanto temono l’intervento del VAR.
Quanto accaduto qualche giorno fa a Francesco Camarda è abbastanza emblematico
Era entrato da pochi minuti in campo ed era il suo esordio ufficiale in Champions League. Improvvisamente, su una bella palla di Rejinders, eccolo svettare con un colpo di testa di pregevole fattura tecnica e depositare la palla alle spalle del portiere del Bruges. Sembrava una favola. L’esultanza del ragazzo, la gioia dei compagni, i volti commossi dei genitori di Camarda in tribuna. Poi, dopo circa un minuto, ecco la doccia fredda del gol annullato per un fuorigioco di qualche centimetro.
Esattamente 20 anni fa invece, il 30 ottobre 2024, al Milan venne convalidato un gol non valido dal punto di vista regolamentare e che oggi sarebbe certamente stato annullato col VAR per una posizione irregolare di Serginho. A Genova, il 30 ottobre 2004, a 15 minuti dal fischio finale, Shevchenko realizzò un gol che diede al Milan la vittoria sulla squadra blucerchiata e che venne festeggiato in maniera speciale da tutto l’ambiente Milan. Poche ore prima era nato il primogenito Jordan e Sheva aveva assistito la moglie durante il parto. Nessuno sapeva se Andrji sarebbe stato della partita fino a qualche ora prima.
Sheva ce la fece e non solo entrò in campo nella ripresa, ma riuscì anche a siglare un gol che ricorderà per tutta la vita. Camarda, a causa del VAR, non ha avuto la stessa fortuna.
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