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Nel nostro campionato, invece, al ritorno da Riyadh la nostra difesa aveva dovuto incassare da Zortea il gol del pareggio del Cagliari a San Siro e da Diao la rete del momentaneo vantaggio del Como al Sinigaglia. Poi i due gol di Torino sul campo della Juventus, l'uno-due del Parma a San Siro e la rete in extremis nel pieno del recupero da parte dell'Inter. Concludere la partita senza gol subiti non deve essere, e non è, l'obiettivo filosofico e fondamentale della prestazione.
Non prendere gol rende salde le fondamenta, trasmette sicurezza a tutta la squadra, come reparti e come singoli. A Empoli, la squadra di casa ha schierato tanti giocatori offensivi, non solo le punte pure Colombo ed Esposito, ma anche Cacace. Poi sono entrati anche Kouamé e Konate. Soluzioni differenti tra loro, numerose e assortite. Eppure contro una squadra dalla particolare vocazione offensiva, il Milan ha non solo retto ma soprattutto tenuto.
C'è stata, assolutamente, la grande occasione toscana nel primo tempo con il palo pieno e importante colpito da Lorenzo Colombo, ma altri seri pericoli il Milan non ne ha corsi. Maignan concentrato con la fascia di capitano, Theo salito di rendimento, Tomori e Pavlović sulla strada per diventare reparto dal momento che stanno giocando spesso insieme, e poi Kyle Walker. Leader vocale, diagonali difensive, ottime scelte sulle posizioni. Walker è un fattore, è la calce che tiene in piedi il muro, solido e sostenibile.
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