Un andamento tendenziale

Le ragioni dell’insoddisfazione generale contro le proprietà straniere

mbambara
mbambara Vice direttore 
Perché le proprietà straniere fanno così fatica a farsi amare? Una possibile spiegazione basata sulle caratteristiche del tifo in Italia

Se si osserva con attenzione l’umore generale degli appassionati di calcio, si potrà notare come, in questo momento, ci sono solo due tifoserie che sono soddisfatte delle loro proprietà straniere. Si tratta del Bologna e del Como.

Fuori da queste due oasi felici, alberga un sentimento variabile che va dalla “accettabile sopportazione” quando le cose vanno bene, agli inni alla rivoluzione tipici quando le circostanze della stagione hanno preso una piega decisamente negativa, come sta accadendo al Milan.

Come si può spiegare tutto questo?

A mio avviso il tema è tremendamente attuale e va spiegato sulla base delle caratteristiche del tifo e della passione calcistica in Italia.

Nel nostro paese siamo passati in pochi decenni dal mecenatismo alla sostenibilità. I costi del calcio hanno raggiunto dimensioni talmente improponibili, da richiedere una dismissione per le famiglie storiche.

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Le proprietà straniere hanno fatto il loro ingresso in questo tipo di contesto. E come tutte le proprietà che vengono da fuori, il loro focus è diverso dal modo di pensare tipicamente italiano. Hanno una visione di sistema che in Italia non esiste.

Noi italiani facciamo fatica ad accettare che qualcuno pensi al futuro. Ci interessa il presente, al massimo quello che potrà accadere domani. Non siamo un popolo che ama la progettualità; preferiamo il tutto subito.

I tifosi italiani inoltre hanno una mentalità legata ad antichi modus agendi. “Mettete i soldi” – è una delle frasi più in voga quando le cose non funzionano. Siamo così, abituati a sistemare tutto col cumenda presidente di un tempo che mandava via tutti quando e se lo voleva.

C’è un romanticismo siderale in questo tipo di impostazione, ma c’è un problema di fondo con il quale è necessario coesistere: il calcio di oggi è un mondo completamente diverso rispetto a 20 anni fa. Alcuni non l’hanno compreso, ma quasi nessuno lo ha davvero accettato.