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Udinese-Milan: a un certo punto, fermi tutti. Scontro testa contro testa, tra Mike Maignan e Álex Jiménez. Il portiere del Milan, immobile per qualche istante. Le immagini hanno colpito forte anche fuori dal rettangolo di gioco. Tammy Abraham, che in quel momento era ancora in panchina si è inginocchiato in campo in segno di preghiera, con la pettorina addosso. Poi il sospiro di sollievo, Mike cosciente, TAC ed esami tutti negativi, notte in ospedale solo per un monitoraggio della situazione richiesto dai medici.
Ma la sensibilità di Tammy ha raggiunto i tifosi e ha fatto il giro del mondo. Per lui la preghiera non è un fatto occasionale o banale. Al suo arrivo in maglia rossonera aveva dichiarato Abraham sull'importanza della religione: "È una parte fondamentale, non sono nessuno senza Dio, non siamo nessuno senza di lui".
Una fede appresa fin da piccolo dai genitori. Anche Fikayo Tomori, suo caro amico fin dalle giovanili del Chelsea, si raccoglie molto in preghiera prima di ogni partita. Al Milan si ricordano i momenti di raccoglimento di Big George Weah. All'inizio degli anni '90 Weah si convertì all'Islam, aggiunse Ousmane al suo nome e prese l'abitudine di raccogliersi in preghiera in mezzo al campo di gioco prima di ogni partita. Nel 1995, proprio l'anno del suo arrivo in rossonero, dopo la morte della nonna Emma, riabbracciò la fede cristiana.
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