Il Milan esce sconfitto dal Maradona, battuto 2-1 da un Napoli cinico e determinato, capace di mettere alle corde i rossoneri sin dai primi istanti di gioco. Per la squadra di Sergio Conceição si tratta di una battuta d’arresto pesantissima non solo sul piano del morale, ma soprattutto per le conseguenze sulla classifica. La corsa all’Europa si fa sempre più complicata, e l’ombra di una stagione fallimentare – senza trofei e senza coppe – si fa minacciosamente concreta.
IL MILAN DOPO NAPOLI...
Adesso per il Milan si fa dura: tutte le implicazioni della sconfitta di Napoli
Il racconto della partita
—La sfida è cominciata con un colpo al volto per i rossoneri: dopo appena 63 secondi, Matteo Politano ha portato in vantaggio il Napoli, sfruttando un’indecisione difensiva e confermando lo stato di forma dei partenopei. Il Milan ha accusato il colpo e non è riuscito a reagire, subendo anche il raddoppio al 19' con Romelu Lukaku, al suo 400° gol in carriera, letale nel gioco spalle alla porta e nei duelli individuali.

La reazione milanista è arrivata solo nella ripresa, con un calcio di rigore assegnato al 60' per un tocco di mano in area. Santiago Gimenez, però, ha fallito l'occasione dagli undici metri, facendosi ipnotizzare da Alex Meret. Il gol di Luka Jovic nel finale è servito solo a rendere meno amara la sconfitta. Tra le assenze pesanti, da segnalare quella last minute di Ruben Loftus-Cheek, operato d’urgenza per appendicite, e quella di Thiaw, fermato da un attacco influenzale.
Una classifica sempre più deficitaria
—Con questa sconfitta, il Milan scivola al nono posto in classifica, restando fermo a 47 punti. Lontanissima la zona Champions, distante nove lunghezze. Ma ancora più preoccupante è la minaccia concreta di rimanere fuori da tutte le competizioni europee. Il calendario non è dei più semplici, e la squadra appare stanca, fragile, incapace di gestire l’intensità richiesta in questa fase della stagione.
Il Napoli, invece, rilancia le sue ambizioni Scudetto, portandosi a tre punti dalla capolista Inter. Ma mentre i partenopei sognano, i rossoneri tremano. E le prossime settimane si presentano come un bivio decisivo.
L’ultima chance: la Coppa Italia e il doppio derby
—A salvare la stagione del Milan potrebbe essere la Coppa Italia. La semifinale, con andata e ritorno, sarà un doppio derby della Madonnina contro l’Inter, attuale dominatrice della Serie A. Un appuntamento carico di tensione, prestigio e significati. Da un lato, la possibilità di alzare un trofeo. Dall’altro, la chance di qualificarsi almeno alla prossima Europa League tramite la vittoria della competizione.
Sarà una sfida che andrà oltre il campo: l’Inter è consapevole della propria superiorità attuale, ma il Milan sa che, in una stracittadina, i valori si possono azzerare. La squadra di Conceição dovrà ritrovare compattezza e cattiveria agonistica per trasformare la delusione in orgoglio.
Cosa dice il futuro? Le quote e gli scenari
—Con il campionato che si complica giornata dopo giornata, cresce l’attenzione degli appassionati sulle probabilità residue del Milan di centrare l’obiettivo europeo. Basta confrontare le quote Serie A sui principali portali di scommesse per accorgersi di quanto il cammino si sia fatto tortuoso: la quota per una qualificazione in Champions è crollata, mentre salgono quelle relative a un piazzamento in Conference League o – scenario impensabile a inizio anno – a una stagione completamente priva di impegni continentali.
Tutti gli occhi sono puntati sulle prossime partite, in particolare sul derby d’andata, che potrebbe cambiare il momentum della stagione. Ma se il Milan vuole davvero evitare il baratro, servirà una scossa mentale profonda. Serve ritrovare leadership, convinzione e – soprattutto – risultati.
Una squadra in cerca di identità
—L’avventura di Sergio Conceição sulla panchina del Milan non ha ancora trovato la giusta alchimia. Le idee tattiche del tecnico portoghese sembrano a tratti incompatibili con l’attuale rosa, e le continue rotazioni non hanno aiutato la squadra a trovare una fisionomia definita. A ciò si aggiunge un ambiente ormai insofferente, con i tifosi delusi per il distacco accumulato rispetto alle big e per il distacco emotivo da una squadra che sembra aver perso la sua anima.
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