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partite milan
Milan-Bologna è ancora in bilico, sul 2-1, risultato ancora aperto, minimo vantaggio e finale di partita tutto da vivere. Ma Gimenez segna il gol del 3-1 e l'esultanza può essere finalmente libera e fragorosa. È a quel punto che Florenzi "aggredisce" di gioia il proprio allenatore Conceição.
La scena, senza alcun tipo di paragone fra epoche, competizioni e personaggi, ricorda a livello di memoria visiva quello che combinò Gattuso ad Ancelotti, a sua volta ampiamente strattonato, dopo il gol del 3-2 all'Ajax in Champions League nel 2003. Eppure, oggi, 22 anni dopo, Florenzi non è un titolarissimo del Mister. Ma Alessandro ci tiene, gioca sempre e tantissimo lontano dalle luci dei riflettori, è la radio sempre accesa nello spogliatoio, un fattore di carica e di vicinanza a tutto il gruppo squadra.
Dopo l'emozione del gol del 3-1, la gara è finita ed è andato in scena un altro tipo di abbraccio. Quello fra Conceição e Calabria. Era stato molto commentato l'episodio di quattro mesi prima, fra gli stessi protagonisti, al termine di Milan-Parma, ma quanto accaduto venerdì sera vale più di migliaia di parole.
L'abbraccio di maggio rispetto alle scintille di gennaio racconta una evoluzione del gruppo rossonero, un percorso fatto dal nostro allenatore e da tutti i giocatori nessuno escluso. Il senso del gruppo ritrovato: proprio la scenetta dell'abbraccio con sberle affettuose tra il tecnico portoghese e Florenzi al gol di Gimenez è emblematica.
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