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Il ritorno di Massimiliano Allegri sulla panchina del Milan apre a scenari importanti per il futuro del club. Per comprendere quali strategie e che tipo di squadra potrà costruire, può sicuramente tornare utile analizzare concretamente le rose che ha gestito nella sua prima esperienza rossonera, dal 2010 al 2014.
MILAN, ITALY - JULY 05: Head coach AC Milan Massimiliano Allegri looks on during AC Milan medical tests at Milanello sports center on July 05, 2025 in Milan, Italy. (Photo by Claudio Villa/AC Milan via Getty Images)
Nella sua prima stagione, Allegri ebbe a disposizione una rosa costruita per vincere subito. Gli acquisti di Zlatan Ibrahimovic e Robinho aggiunsero un potenziale offensivo decisivo a un gruppo che già contava sulla solidità del blocco storico formato da Nesta, Gattuso, Pirlo e Seedorf, oltrechè da individualità di primissimo livello come Thiago Silva e Pato. La gestione del gruppo e l'equilibrio tattico trovato da Allegri furono le chiavi per la conquista di uno Scudetto netto e meritato.
Milan (4-3-2-1) 2010-2011: Abbiati-Abate-Nesta-Thiago Silva-Jankulovski-Seedorf-Gattuso-Pirlo-Pato-Robinho-Ibrahimovic
MILAN, ITALY - NOVEMBER 27: Zlatan Ibrahimovic (L) and Thiago Silva (R) of AC Milan celebrates scoring the first goal during the Serie A match between AC Milan v AC Chievo Verona at Stadio Giuseppe Meazza on November 27, 2011 in Milan, Italy. (Photo by Claudio Villa/Getty Images)
La stagione successiva vide il Milan confermarsi ai vertici, ma con un cambiamento significativo: la partenza di Andrea Pirlo. Nonostante la sua assenza, la squadra si dimostrò comunque competitiva, lottando fino alla fine per il titolo contro la Juventus di Conte. Fu l'anno dell'exploit di Antonio Nocerino, capace di segnare 11 gol da centrocampista. La squadra si piazzò al secondo posto, mostrando però i primi segnali di un ciclo che stava per concludersi.
Milan (4-3-1-2) 2011-2012: Abbiati-Abate-Mexes-Thiago Silva-Antonini-Nocerino-Ambrosini-Seedorf-Boateng-Ibrahimovic-Robinho
L'estate del 2012 segnò una svolta radicale. Le pesanti cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva, unite all'addio di veterani come Gattuso, Nesta e Seedorf, costrinsero il club a un drastico cambio di strategia. Allegri si trovò a lavorare con una squadra profondamente rinnovata e ringiovanita, puntando sul talento di Stephan El Shaarawy, supportato da nuovi innesti come Montolivo e Pazzini. Nonostante le difficoltà iniziali, il tecnico guidò la squadra a un'inaspettata qualificazione in Champions League, ottenuta con una clamorosa rimonta culminata con la serata di Siena.
Milan (4-2-3-1) 2012-2013: Abbiati-Abate-Mexes-Zapata-Constant-Muntari-De Jong-Boateng-Niang-El Sharawy-Balotelli
La quarta e ultima stagione fu la più complicata. Nonostante il ritorno di Kaká, la squadra faticò a trovare un'identità e una continuità di risultati. Il progetto tecnico sembrava aver esaurito la sua spinta, e le prestazioni altalenanti portarono a una posizione di classifica estremamente deludente. Nel gennaio del 2014, con la squadra lontana dagli obiettivi prefissati, la società decise di esonerare Allegri, chiudendo di fatto il suo primo ciclo sulla panchina rossonera.
Milan (4-3-1-2) 2013-2014: Abbiati-De Sciglio-Mexes-Zapata-Constant-Montolivo-De Jong-Poli-Kakà-Robinho-Balotelli
Cosa aspettarsi dal futuro? Questa analisi del passato dimostra la versatilità di Allegri, capace sia di gestire spogliatoi ricchi di campioni affermati, sia di lavorare con gruppi più giovani in fasi di ricostruzione. Ora, con il suo ritorno, la dirigenza e i tifosi si aspettano che metta a frutto questa esperienza per aprire un nuovo ciclo di successi.
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