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POCHI GOL SUBITI, TANTA RESA

Allegri, parola alla difesa da sistemare: i numeri e le statistiche che non mentono

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Massimiliano Allegri ha presentato la nuova stagione del Milan in conferenza stampa e ha posto l'accento sulla difesa, un reparto che, spesso, ha fatto la differenza nelle stagioni rossonere...
Emanuele Landi
Emanuele Landi Redattore 

Il Milan di Allegri deve ripartire dalla difesa. Nel campionato italiano, infatti, se si vogliono costruire fondamenta solide per provare a stare nelle posizioni di vertice è fondamentale subire poche reti. La filosofia del "corto muso" del tecnico livornese potrebbe, quindi, essere una buona base di partenza, vista l'ultima stagione dove i rossoneri (in tutte le competizioni) hanno quasi sempre subito almeno un gol.

Il club rossonero nell'ultima stagione (prima con Fonseca e poi con Conceicao) è stato molto vulnerabile in fase difensiva e costretto, spesso, a effettuare rimonte. E ribaltare un risultato, per quanto possa essere emozionante, può essere un'eccezione non la regola. Qualche gol subito in meno nella scorsa stagione (43), forse, non avrebbe comunque portato il Milan in Champions ma in Europa, certamente sì.

Allegri, la prima missione al Milan: rinsaldare la difesa

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L'obiettivo è quello di riportare il Milan almeno in Champions, come ha dichiarato Allegri in conferenza, e per farlo bisogna rinsaldare la fase difensiva.

Max lo ha fatto ribadendo come i campionati di vertice si vincano partendo dalla difesa: "Non sono un amante delle statistiche, ma da alcuni numeri non si scappa.Negli ultimi anni, solo una volta ha vinto il campionato una squadra che non ha avuto la miglior difesa".

L'unica squadra che ha rappresentato l'eccezione (dall'assioma Scudetto uguale migliore difesa) è stata l'ultima Juventus a vincere il Tricolore, quella di Sarri 2019-20, dietro all'Inter di Conte, seconda con 7 reti subite in meno. Ecco perché se il Milan vuole tornare in alto, al di là di quali saranno gli interpreti della fase difensiva, dovrà ripartire dalle fondamenta.

L'ultima stagione e il confronto col passato

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Senza andare, quindi, troppo in là con gli anni, dove la miglior difesa ha sempre rappresentato garanzia di successo, basandosi sugli ultimi 15 anni, come detto da Massimiliano Allegri nella sua conferenza di presentazione, i grandi successi e le stagioni da prime posizioni per il Milan si sono quasi sempre basate su una prolificità offensiva invidiabile ma, soprattutto, su una difesa quasi imperforabile.

Vero è che l'ultimo Milan arrivato in zona Champions, quello di Pioli al suo ultimo anno rossonero (2023-24), è arrivato secondo in campionato, con la dodicesima difesa del campionato (con 49 reti subite). Il Diavolo vinse con diverse rimonte e vittorie al photofinish ma anche questa è un'eccezione. Per avere continuità di rendimento serve stabilità e quest'ultima la si ottiene con il subire poche reti.

Quando il Milan prende pochi gol...

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L'obiettivo del Milan sarà tornare, almeno, in Champions League e per farlo bisogna ripartire dalla difesa. Nella stagione 2011-12 e 2012-13 con Allegri in panchina il Diavolo arrivò secondo e terzo, proprio con la seconda e terza miglior difesa del torneo. Prendere pochi gol aiutò anche il Milan guidato da Pioli nella stagione 2020-21, con la terza miglior difesa, a qualificarsi in Champions, al secondo posto.

Prendendo, infine, come riferimento gli ultimi due Scudetti vinti dal Milan (2010-11 e 2021-22), le formazioni di Allegri e di Pioli si erano distinte, proprio, per la miglior difesa del torneo e quel senso di solidità, specialmente nel girone di ritorno, come ha sottolineato Allegri: "Bisogna essere a marzo nelle migliori condizioni per raggiungere a fine anno gli obiettivi".

24 reti subite, di cui solo 7 nel girone di ritorno, caratterizzarono la prima stagione di Allegri in rossonero (2010-11). 31 gol incassati, di cui solo 9 dalla 20° giornata in poi, portarono Pioli e i suoi a sollevare il 19° Scudetto del Diavolo (2011-12). Altri punti in comune? Tanti 1-0, i risultati che portano a vincere i campionati o comunque a fare bene e che Allegri, amando la filosofia del "corto muso" conosce a menadito.