Corriere dello Sport, intervista di Ivan Zazzaroni a Roberto Donadoni
COMMOZIONE E AMBIZIONE
Roberto Donadoni e il suo Milan: “Ma perchè hai chiamato tutti e non me?”
"Alla festa dei 125 anni del Milan, a inizio dicembre, ho incontrato il dottor Galliani". Lo chiami ancora dottore? "E come dovrei chiamarlo? Mi ha chiesto del Monza. A Nesta non stava girando bene. Saltato Nesta...". Ha preso Bocchetti. "Ho sperato che Monza fosse una possibilità. Mi è capitato spesso di pensare...". A cosa?, a chi? "A perché il Milan non cercasse anche me. Ci sono passati Leonardo, Inzaghi, Seedorf, Brocchi, Gattuso con l'altra gestione... Galliani diceva che era Berlusconi...".
E Berlusconi?
—"Una volta gliel'ho anche domandato". E lui? E' Galliani che non ti vuole. Non sono mai entrato nelle scelte di persone alle quali sono legato, nonostante pensassi che sarebbe stata quella la mia destinazione ideale, la più naturale, Carlo Ancelotti, la stessa mentalità, cultura, educazione. Non sono un carabiniere. Lo ripetevo spesso ai ragazzi che allenavo: "non sono un carabiniere, vi osservo, controllo gli atteggiamenti e traggo le conclusioni".
La tua stagione migliore al Parma, se ben ricordo. "In condizioni assurde. La società aveva problemi serissimi e la Federcalcio ci chiese di portare a termine il campionato per evitare di falsarlo". Cassano si sfilò. Dissero che avevate litigato. "Mai avuto problemi con Antonio, mai litigato con lui. Ebbe semmai da dire con Ghirardi. Scelse di non scendere in B, eravamo a un passo dal baratro, liberissimo di decidere della sua carriera, della sua vita". Pensavo che nei giorni scorsi il Parma ti chiamasse: "Ho sperato che lo facesse. A Parma sono legato, li ho battezzato mia figlia. Ci sarei tornato di corsa. Hanno scelto Chivu, non mi pare che abbia mai allenato in Serie A".
Il Milan oggi. "Ero in tribuna l'altra sera, ho sofferto. Fatico a riconoscere il Milan. Mi procura sofferenza, non c'è più quello stile e non penso soltanto al campo". Sei rimasto molto legato a Berlusconi e Galliani. "Berlusconi con me fu eccezionale, ogni tanto lo sentivo ancora. Sette giorni prima della sua morte chiamai il San Raffaele, mi rispose la segretaria, le chiesi di riferire che l'avevo cercato per un saluto. Il giorno dopo telefonò lui, la voce stanca "Oh Roberto", disse, "mi fa piacere che ti ricordi del tuo presidente". Un groppo in gola, ero a un passo dalle lacrime. Ancora oggi, se ci penso, mi vengono i brividi. È un ricordo che conserverò. Berlusconi ha sempre avuto attenzioni per le persone con le quali ha lavorato".
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