Arrigo Sacchi, sulla panchina del Milan, ha scritto pagine importanti di storia del calcio. Da allenatore del Diavolo vinse 8 trofei: Scudetto e Supercoppa Italiana nel 1988; 2 Coppe dei Campioni ed altrettante Coppe Intercontinentali e Supercoppe UEFA nel 1989 e nel 1990. In quegli anni, i rossoneri erano la squadra più forte al mondo. Oggi, nonostante il successo in Supercoppa Italiana, il club di via Aldo Rossi sta vivendo una stagione deludente: ottavi in Serie A, usciti dalla Champions League ai Play-off, finale di Coppa Italia persa contro il Bologna degli ex Pobega e Calabria.
UN INSIEME CASUALE
Milan, parla Sacchi: “Scelte con errori fondamentali, Conceicao il meno colpevole”

Sacchi: "Questo Milan non è una squadra"

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Sacchi non ha nascosto la sua delusione nel vedere la squadra che rese grande in queste condizioni. L'ex allenatore ha parlato della situazione dei rossoneri, dalla quella societaria a quella di squadra, passando per la scelta dell'allenatore.
Sul Milan: "Vederlo ridotto così male mi mette una grande tristezza, perché io sono legato a quell’ambiente, ai tifosi, a quei colori. Osservando la finale di Coppa Italia, meritatamente persa contro il Bologna, ho avuto la conferma di ciò che penso dall’inizio di questa stagione: il Milan non è una squadra".
Sulla società: "Il presidente Berlusconi, quando mi ingaggiò, mi disse che il suo obiettivo era quello di vincere e di convincere. Desiderava che il Milan facesse spettacolo, che divertisse la gente. Aveva un’idea e la sapeva trasmettere ai suoi collaboratori. Vi sembra che il Milan di oggi, inteso come società, abbia un’idea? A me pare proprio di no".
Sulla scelta dei tecnici: "La scelta dell’allenatore, all’inizio della stagione, è fondamentale. Il Milan, invece, nell’estate scorsa prima ha pensato di prenderne Lopetegui, e poi, dato che i tifosi si erano arrabbiati, ha virato sul portoghese Fonseca. I dirigenti che hanno operato questa scelta hanno commesso un grave errore e poi, a metà stagione, hanno pensato bene di rimangiarsi la decisione e consegnare la panchina a Sergio Conceiçao, il quale, a mio avviso, è il meno colpevole di tutti perché si è trovato a lavorare nel caos generale. E alla fine vedrete che sarà proprio lui a pagare, perché questa è una vecchia legge del calcio: via l’allenatore, così sistemiamo le cose".
Sulla squadra: "Il Milan è un insieme di giocatori che sono stati presi a casaccio. Non discuto le loro qualità tecniche individuali, anche se potrei farlo: il problema, qui, è che non sono elementi in grado di formare una squadra. Si vanno a fare acquisti all’estero, e francamente non ne capisco la ragione, arrivano giocatori che provengono da esperienze e culture differenti, bisogna cercare di amalgamarli, ma in questo modo com’è possibile dare uno stile?".
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