E' CAMBIATO TUTTO IL CALCIO

Il doppio ex, Marek Jankulovski: “Senza Napoli non sarei mai arrivato al Milan”

Napoli Milan
L’ex terzino rossonero e azzurro racconta i suoi ricordi tra Napoli e Milan, analizza il momento delle due squadre e dichiara come il suo cuore sia diviso a metà.

Chi meglio di Marek Jankulovski, ex terzino che ha vestito entrambe le maglie, può raccontare le sensazioni di un Napoli-Milan? L’ex difensore ceco, protagonista del grande Milan dal 2005 al 2011 e cresciuto calcisticamente a Napoli, ha parlato a Derbyderbyderby.it, analizzando il match, il passato glorioso e il futuro incerto dei due club, senza risparmiare parole sull’addio di Maldini e le difficoltà attuali del calcio moderno.

Le parole di Marek Jankulovski

Marek Jankulovski nell'estate 2008 a Manchester

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Marek, domenica si gioca Milan-Napoli: una sfida dal peso specifico importante. Tu hai avuto l’opportunità di vestire entrambe le maglie. Quali sono i ricordi più vividi che conservi di ciascuna esperienza? Sono tantissimi. Napoli è la prima squadra che mi ha dato l’opportunità di affermarmi. Ho vissuto momenti bellissimi, ho sentito grande affetto e tanto entusiasmo dal primo giorno. Questa partita la sento molto, perché a Napoli ho iniziato la mia carriera e al Milan l’ho conclusa. Non è facile guardarla senza emozionarsi, perché parliamo di otto anni di vita…

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Se chiudi gli occhi e pensi a Napoli e a Milano, qual è la prima immagine o il primo ricordo che ti viene in mente per ciascuna delle due città? Di Napoli mi vengono in mente il mare, il sole e il cibo. Milano è una città completamente diversa… Regna la moda (ride ndr).

Ripercorrendo la tua carriera, il 2007 è stato un anno speciale: Champions League, Supercoppa Europea (in cui hai anche segnato). Che ricordi hai di quell’anno? Sono i ricordi più belli della mia vita. Vincere la Champions League, la Supercoppa e poi il Mondiale per Club (nel 2008 ndr) è stato incredibile. Ho coronato tutti i miei sogni, perché alla fine giochi per vincere e alzare trofei. Il 2007 è senza dubbio l’anno più importante della mia carriera.

Di recente hai preso parte alla partita delle Glorie del Milan contro il Tottenham, con Seedorf, Pirlo, Dida. Come vedi questo Milan rispetto a quello in cui hai giocato tu? Molto diverso. Io ho avuto la fortuna di giocare con campioni già affermati come Maldini, Gattuso, Pirlo e Seedorf. Il Milan di oggi è completamente cambiato, ma non è solo il club: è il calcio in generale. Prima c’era più attaccamento alla maglia, ora tutto è più veloce, si cambia spesso, sia tra i giocatori che a livello dirigenziale. È difficile fare paragoni con un’epoca che purtroppo non esiste più.

Dopo Istanbul c’è sempre Atene… E tu l’hai vissuta. Cosa manca a questo Milan per tornare a vincere una Champions? Lo vedi possibile nei prossimi 10 anni? Spero tanto che il Milan torni ai livelli di un tempo, ma non è facile. Serve tempo, serenità e chiarezza, che in questo momento mancano. Quando c’era Maldini si vedeva un progetto chiaro… Oggi si parla troppo di situazioni societarie. Per tornare grandi servono stabilità e giocatori con esperienza e cuore per la maglia.

A proposito di Maldini… Che idea ti sei fatto sul suo licenziamento? Lo hai più sentito? Ogni volta che possiamo, ci sentiamo. Quando lui era al Milan ci siamo visti diverse volte. Per me, da fuori, è difficile da capire: una leggenda come Paolo, che ti porta a vincere uno Scudetto, ad arrivare in semifinale di Champions e valorizza giocatori come Theo e Leao, viene mandato via da un giorno all’altro… È strano. Ma fa parte della vita del dirigente: ci sono pressioni e forse la visione della società era diversa dalla sua.

Guardano al presente, il Milan deve rincorrere un posto in Europa. Ce la farà? Bisogna crederci, ma servono vittorie. Manca poco e ogni punto è fondamentale. Difficile immaginare un Milan fuori dall’Europa, ma per la Champions sarà dura. Spero che domenica si inizi a fare risultato.

Il Napoli, invece, dopo due anni può ripetersi in campionato? Io ci credo. Anche se hanno perso punti, restano una squadra fortissima. Inoltre, l’Inter ha più impegni tra campionato, Champions e Coppa Italia. Il Napoli può approfittarne. Sarà una lotta fino alla fine.

Chi arriva meglio alla sfida di domenica?Difficile dirlo. Il Napoli gioca in casa e deve vincere per restare in corsa Scudetto, il Milan per la zona Europa. Credo sia un 50 e 50. Sarà una partita bellissima. Io tifo per entrambe: senza Napoli non sarei mai arrivato al Milan.

È Agosto 2025, inizia la Serie A 2025/26: chi saranno gli allenatori di Milan e Napoli? Conte è cercato da tutti, è normale. Conceição? Difficile dire se resterà. Dipenderà molto da come chiuderà la stagione. Se il Milan arriva sesto o settimo, la società dovrà fare delle valutazioni.

Tu sei arrivato al Milan per sostituire Maldini, poi scalando le gerarchie sei diventato il terzino sinistro di ruolo. Proprio oggi in quella zona gioca Theo Hernandez, che sta vivendo un momento complicato. Che consiglio gli daresti? È un giocatore fortissimo. Quando la squadra fatica, si tende a parlare solo di lui e Leao, ma il calcio è un gioco di squadra. Mi sembra poco sereno anche per il rinnovo. Deve ritrovare tranquillità e aiutare il Milan in questo finale di stagione.

Dopo l’addio al calcio giocato sei diventato ds quindi conosci bene questo difficile ruolo. Il Milan ha iniziato i casting per quello della prossima stagione. C’è un nome che più degli altri ti convince? Sto seguendo attentamente quello che sta succedendo. Al di là dei nomi, il fatto che il Milan stia cercando una figura in questo ruolo significa che all'interno della società si è capito che manca qualcuno con queste competenze, ed è fondamentale trovare la persona giusta per rendere la squadra ancora più forte. L'importante è che arrivi un professionista capace di riportare il Milan ai vertici. Io sono dell’idea che non sia necessario aver giocato a calcio per fare bene in società, ma credo che figure che hanno fatto la storia del club, e che lo portano nel cuore, siano sempre preziose. A maggior ragione se la proprietà è straniera: serve qualcuno che conosca l’ambiente, che capisca di calcio e che incarni lo spirito rossonero.