Massimo Oddo è il nuovo allenatore del Milan Futuro. La notizia è già di qualche giorno ma le prime parole del nuovo tecnico sono arrivate oggi. Ai microfoni dei canali ufficiali, Oddo ha parlato della sua nuova avventura e di quello che vorrebbe compiere con la squadra rossonera della Serie C. Domani alle 15, il Milan Futuro affronterà il Legnago che attualmente è ultimo nel girone B. In panchina ci sarà anche Mauro Tassotti che continuerà a stare vicino al tecnico della squadra cercando di aiutare i ragazzi soprattutto sulla mentalità, particolare ritenuto molto importante anche da Oddo. Di seguito le parole estrapolate dall’estratto dell’intervista di Oddo direttamente dal sito ufficiale del Milan.
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Milan Futuro, Oddo: “Serve mentalità ancor prima delle qualità tecniche”

TORNARE A CASA - “Io ho passato due anni della mia gioventù. Sono arrivato a 17 anni e ho vissuto a Milanello. Sono ricordi tangibili. Poi ho avuto la fortuna di tornarci da grande per vincere. Tutto questo grazie al Milan. Grazie a questo simbolo che è la storia del calcio. Per me questa è una grande possibilità. Quando sono stato chiamato non ho pensato a classifica, non ho pensato a categoria ma ho pensato a quel diavoletto che mi chiamava perché aveva bisogno. Sono tornato a casa per dare una mano al Milan e a questi ragazzi che hanno bisogno di risalire la china”.
OBIETTIVO - “L’obiettivo delle Under 23 di queste grandi squadre è portare quanti più ragazzi in prima squadra. Quest’anno, l’obiettivo, è stato ben centrato dal Milan perché in molti hanno giocato con la prima squadra. D’altra parte va anche tutelata la categoria per continuare la storia iniziata soltanto un anno fa. Questi ragazzi hanno bisogno di crescere e lo possono fare in Serie C, non di meno e non di più. Il progetto continua con la classifica da aggiustare”.
I GIOCATORI DEL “FUTURO” IN PRIMA SQUADRA - “Al momento abbiamo un giocatore che è praticamente titolare ed è Jimenez. Poi abbiamo Bartesaghi e Camarda che sono lì, in rampa di lancio e giocano. È questo quindi il vero obiettivo dell’Under 23. Sono tutti grandi talenti che hanno potenziale, ma tutto ciò va coltivato. Quale miglior passaggio se non confrontarsi con i grandi? Ho sempre sostenuto che nelle grandi società come il Milan, finché ti misuri con quelli della tua stessa età, hai poco margine di crescita. Per crescere hai bisogno di andare con quelli più grandi di te. Magari non dal punto di vista tecnico ma che hanno una mentalità più avanzata. La storia delle Under 23 ci racconta proprio questo. All’inizio ci sono difficoltà, poi pian piano con la crescita dei ragazzi si migliora”.
QUELLO CHE SERVE - “Bisogna distinguere il saper giocare a pallone individualmente e saperlo fare in squadra. Il calcio è uno sport di squadra. Non basta saper giocare da soli, ma bisogna collaborare con i compagni. Serve armonia. Saper giocare bene a pallone vuol dire giocare in armonia. I ragazzi non hanno questo. Bisogna mettere insieme il loro talento. Più hanno mentalità di squadra e più vanno avanti. L’ho detto anche ai ragazzi: non dobbiamo avere paura di quelle che non sono le nostre qualità tecniche ma bisogna entrare nella mentalità della categoria. Paradossalmente sarebbe stato più semplice giocare con una squadra nelle prime posizioni. Domani è importante perché è la prima con me. Una partenza positiva potrebbe fare bene e farci crescere in fiducia. Questa è la Serie C. Puoi vincere con tutti e perdere con tutti. La base di partenza però, è la mentalità”.
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