di Arrigo Sacchi per la Gazzetta dello Sport -
LA DIFESA DEVE AVERE UN ASSETTO SOLIDO
Arrigo Sacchi: “Coraggiosi a Madrid, disattenti a Cagliari, ci vuole pazienza”
Qual è la reale versione del Milan? Quella che abbiamo ammirato a Madrid, dove ha offerto una prestazione stupenda, oppure quella piuttosto confusionaria che abbiamo visto sabato a Cagliari? Lecito porsi la domanda, dato che a distanza di pochi giorni sono andati in onda due film completamente diversi, e la gente si chiede quale dei due sia quello ufficiale. La mia impressione è che la verità, come spesso accade, stia nel mezzo. E cioè: il Milan non è ancora la squadra scintillante che ha messo ko in casa loro i Blancos del mio amico Ancelotti, ma non è nemmeno quella approssimativa che ha subito tre gol a Cagliari.
Si tratta di avere pazienza
Cosa che è purtroppo merce rara nel mondo del calcio, e di questo sono pienamente consapevole perché il pubblico, si sa, vuole sempre tutto e subito. Per costruire una formazione solida, equilibrata e vincente, tuttavia, è necessario tempo: i miracoli non li fa nessuno. A Madrid ho apprezzato il coraggio dei rossoneri, che hanno ribattuto colpo su colpo contro i grandi campioni del Real. E sono stati bravissimi a mettere in difficoltà il loro sistema difensivo, li hanno costretti a modificare il loro modo di giocare. A Cagliari, invece, mi hanno dato fastidio le disattenzioni in fase difensiva. Il che non significa dare la colpa soltanto ai difensori, o addirittura a uno di essi, perché in Italia siamo bravissimi a cercare un solo colpevole anche in uno sport di squadra com'è il calcio. Qui parlo di fase difensiva, quindi di applicazione da parte di tutti di determinati concetti. Il Milan, a Cagliari, contro una squadra dai valori tecnici decisamente inferiori rispetto a quelli del Real Madrid, ha fatto un passo indietro.
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Incomprensibile? No, direi che rientra in un normale percorso di crescita. Intanto i rossoneri hanno riabbracciato Leao, ammesso che finalmente abbia trovato quella continuità di rendimento che è necessaria per arrivare al top. Lo aspetto ai prossimi appuntamenti.. lui ha tante qualità, dribbling e velocità negli spazi larghi, bisogna vedere se riuscirà a metterle sempre in mostra. Aver ritrovato un giocatore così sarebbe molto importante per Fonseca. Il quale, da scienziato che era diventato dopo Madrid, adesso è tornato sotto il fuoco delle critiche. Gli imputano di aver fatto esordire dall'inizio un sedicenne come Camarda, e invece io lo difendo per questa scelta. Ha avuto coraggio, e il coraggio alla lunga premia sempre. Lo accusano di non aver dato un assetto solido alla difesa: per quello che si è visto a Cagliari il rimprovero ci sta. Però, e qui vado più in profondità, poniamoci una domanda tutti i giocatori a disposizione di Fonseca sono stati scelti dall'allenatore oppure lui li ha "accettati" e adesso deve gestirli? Se, come credo, la seconda ipotesi è quella più vicina alla verità, l'errore sta nel modus operandi. La società deve scegliere l'allenatore e l'allenatore deve scegliere i giocatori Questo è il percorso per arrivare lontano. Berlusconi non mi ha mai imposto un giocatore che io non desideravo, e quando ci ha provato, ad esempio con l'argentino Borghi, ho detto chiaro e tondo che non lo volevo e lui ha capito.
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