UNA PARTITA NORMALE

Sì, ma era l’Empoli….

Redazione Milanistichannel
È solo l’inizio del Calendario dell’Avvento, ma pare già Natale. E il nostro regalo è una partita normale.
00:56 min

analisi della pagina Facebook "Comunque Milan" -

A qualcuno la partita di ieri sembrerà banale, ordinaria amministrazione: non sentono la magia della festa, e forse al fischio finale hanno sentenziato: “E anche ‘sta partita, ce la semo levata da…” (eccetera). Noi no!!! Siamo sinceramente incantati dal mistero di una prestazione così d’altri tempi, che a #SanSiro si è rivista persino la nebbia. Siamo a bocca aperta come bimbi, nel vedere il giocattolo che in base a chissà quale arcano meccanismo, fa quanto ci si aspetta da lui. Ci brillano gli occhi, nel vedere il Milan che batte un avversario più debole nel suo stadio, #SanSiro, senza discussioni e senza complicarsi la vita. Facendo la partita. Attaccando per 90 minuti con solo una breve pausa a inizio ripresa. Correndo un solo vero pericolo, una traversa di Maleh (sul 2-0). Lasciando inoperoso #Maignan, impegnato più nel ruolo di regista arretratissimo che a far parate. Mandando in gol il giocatore sotto accusa di giornata: Morata, reo di aver segnato al Bernabeu al Real Madrid (e che sarà mai) ma NON nelle cinque partite di Serie A disputate dopo il gol al Lecce. Che sì, il piatto piange un po’, ma – strano a dirsi – magari non proprio come lo dipingono i media.

E qualcuno dirà: beh, ma con l’Empoli, dai. E qualcuno (noi) risponderà: sì, tutto questo contro l’Empoli

Per cui ci scusiamo con i bambini intelligenti, quelli meno infantili. Che sanno che sarebbe puerile, anche in condizioni di miseria, esaltarsi per dettagli come il funzionamento della coppia Gabbia-Thiaw, soprattutto grazie al primo. O il modo in cui Fofana ha unito, e non è la prima volta, l’utile al dilettevole. O come Pulisic e Morata, pur cercando spesso la soluzione personale con l’egoismo di chi vuole segnare, abbiano giocato per i compagni.

E su come Tijjani Reijnders, del quale fino a pochi mesi fa molti di noi vedevano soprattutto il potenziale inespresso, abbia sfoderato una nuova doppietta: un gol da lupo d’area e un altro da cervo del centrocampo.

Giusto non esaltarsi, ma è pur vero che ci vorrebbe dell’impegno per trovare qualcosa di negativo nella partita, qualche linguaggio del corpo, qualche superficialità, qualche prova di incompatibilità col gioco del calcio: persino Emerson Royal ha dato più volte la sensazione di sapere il fatto suo.  In questo scenario, dopo aver scartato il ritornello “Sì ma era l’Empoli, a San Siro” - possiamo proprio cercare qualcosa che non va? Dobbiamo proprio cercarlo? Beh, lo sapete già: la risposta è: sì, dobbiamo.

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