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Le imprese del Milan degli Immortali con il gol annullato a Gullit e il gol in tuffo di Van Basten della semifinale 1989 e le botte prese da orgogliosi incassatori nel turno superato agli ottavi al Bernabeu nella coppa dei Campioni dell'anno successivo, restano nell'Olimpo delle gesta e dei ricordi. Ma, scendendo sulla terra, negli ultimi 15 anni sono tre i rossoneri doc del Bernabeu. Il primo è Alexandre Pato che ha firmato il 3-2 rossonero dell'ottobre 2009 contro un Real che schierava Kakà ma che era privo di Cristiano Ronaldo. Durante e dopo la sfida di Madrid, il campione di Pato Branco ha twittato la sua gioia.
Primo tweet:
"Mammaaaa miaaa che Milan". Secondo tweet: "Che confusione, sarà perché ti amo @acmilan"
E a corredo tante emoticon, sia fiammeggianti che il classico cuore rosso fuoco. Dodici anni dopo, sono serviti 22 minuti di gioco ad un altro brasiliano, Junior Messias, per entrare nella storia a Madrid, al Metropolitano, non al Bernabeu, ma in ogni caso in una sfida da alta Champions League. Entrato in campo al minuto 65 al posto di Krunic, Messias ha segnato al minuto 87 di testa il gol decisivo per la vittoria del Milan sul campo dell'Atletico Madrid.
Una testina d'oro esibita anche da Malick Thiaw, che già aveva sfiorato il gol a San Siro con il Tottenham nel 2023. Ma al Bernabeu versione 2024 tutto il Milan è stato uno splendido cesello di gruppo, di qualità, di sacrificio. Tutti bravi, senza sfumature, senza se e senza ma. Certo, la sintesi si declina in Rafael Leao, il giocatore più atteso in occasione dell'evento. Sfiora il gran gol di testa sventato da Lunin, incrocia il rasoterra e poi segna Morata, fa l'assist per il terzo gol di Reijnders.
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