La singolare campagna di disinformazione sul rendimento di Rafael Leao prosegue, purtroppo, in maniera costante e strumentale. Doveroso, pertanto, mettere bene in chiaro non soltanto i numeri reali di questo giocatore, ma confrontare gli stessi con uno dei più grandi giocatori della storia recente del Milan.
NUMERI INDISCUTIBILI
Leao è un campione
Ciò al fine di dimostrare la pretestuosità e l’insussistenza delle critiche rivolte a numero 10 rossonero
Rafael Leao ha giocato 14844 minuti con la maglia del Milan (l’equivalente di quasi 165 partite), mettendo a referto 113 partecipazioni alle reti della squadra con 59 gol e 54 assist. La sua media totale di partecipazione ai gol del Milan è di 0,68 a gara.
Se analizziamo i suoi numeri degli ultimi tre anni (ossia da quanto è diventato titolare, dalla stagione 2021-2022), notiamo invece come, in tale arco temporale, Leao abbia giocato 10859 minuti con la maglia del Milan (l’equivalente di quasi 121 partite), mettendo a referto 91 partecipazioni alle reti della squadra con 46 gol e 45 assist. La sua media di partecipazione ai gol del Milan negli ultimi tre anni è di 0,75 a gara.
Se, infine, volgiamo lo sguardo a questo inizio di stagione nel quale, si dice, Leao sarebbe involuto, possiamo evidenziare come Rafa abbia giocato 621 minuti (l’equivalente di quasi 7 partite) con la maglia del Milan, mettendo a referto 1 gol e 4 assist. La sua media di partecipazione ai gol del Milan è di 0,71 a gara.
I numeri pertanto ci raccontano una realtà nettamente antitetica a quella che viene raccontata da un certo tipo di narrazione, sapientemente orientata, che inerisce questo giocatore. In base alla vulgata infatti, Leao deve segnare 25 gol a stagione per essere considerato un top player. Singolare tutto ciò, atteso che Leao non è né un centravanti, né una seconda punta. Non è Van Basten e non è nemmeno Shevchenko.
Per tali ragioni ci siamo presi la briga di andare a confrontare i numeri relativi alle partecipazioni al gol di Rafael Leao con quelli di un pallone d’oro come Ricardo Kakà. Nessun paragone tecnico, beninteso, ma semplice curiosità alla luce di un focolaio di critiche ingenerose nei confronti di questo ragazzo. Il confronto parte ovviamente sbilanciato, in quanto per ben 3 anni e mezzo su 7 con la maglia del Milan, Kakà ha giocato da seconda punta (con Seedorf trequartista). Leao, invece, gioca prevalentemente da ala sinistra o, addirittura, da esterno di centrocampo. Orbene dai numeri si evince come Kakà abbia giocato 24646 minuti con la maglia del Milan (l’equivalente di quasi 274 partite), mettendo a referto 185 partecipazioni alle reti della squadra con 104 gol e 81 assist. La sua media totale di partecipazione ai gol del Milan è stata di 0,67 a gara.
Se invece prendiamo in esame soltanto la parte aurea della carriera di Kakà nel Milan – che va dal 2003 al 2009 – possiamo notare come Ricky abbia giocato 21580 minuti con la maglia del Milan (l’equivalente di quasi 240 partite), mettendo a referto 169 partecipazioni alle reti della squadra con 95 gol e 74 assist. La sua media di partecipazione ai gol del Milan, nel suo periodo aureo, è stata quindi di 0,70 a gara. I numeri di Leao e Kakà, in sostanza, sono quasi identici. Questo non significa, ovviamente, che Leao sia sullo stesso livello di Kakà. Questi numeri sono semplicemente utili per smascherare la narrativa sapientemente orientata sul giocatore incompiuto, indolente e ciondolante che viene portata avanti in maniera strumentale e pretestuosa. Da oggi, a chiunque porrà questo argomento decisamente poco rispondente alla realtà, si potrà rispondere senza tema di smentita che Rafael Leao, nel Milan, ha gli stessi numeri di un fuoriclasse pallone d’oro come Ricardo Kakà.
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