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I 5 cambi tattici di Fonseca: ecco come l’allenatore portoghese si è ripreso il Milan

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Sembra un altro Milan e potevamo già scriverlo dopo la partita contro l’Inter, ma serviva un altro test, quello contro il Lecce per dimostrare questa tesi, per dimostrare come i rossoneri siano cambiati. Atteggiamento, concentrazione,...
Mattia Giangaspero

Sembra un altro Milan e potevamo già scriverlo dopo la partita contro l'Inter, ma serviva un altro test, quello contro il Lecce per dimostrare questa tesi, per dimostrare come i rossoneri siano cambiati. Atteggiamento, concentrazione, pressing e fame di aggredire subito le squadre avversarie. Sicuramente sono questi i principali motivi della svolta del Milan, che dopo un brutto avvio in campionato con il pareggio alla prima contro il Torino (arrivato al 94° minuto) e la sconfitta all seconda giornata di Serie A contro il Parma per 2-1, si ritrovano momentaneamente primi in classifica.

È cambiata la convinzione della squadra, adesso sembra come se tutti credessero di poter fare bene questa stagione e lottare per vincere qualche titolo. La convinzione e il cambio mentale però passano, per forza di cose, da alcuni cambi tattici e quando si parla di tattica il merito è tutto dell'allenatore. Fonseca non ha stravolto in positivo il Milan solo contro l'Inter. I rossoneri hanno iniziato la loro trasformazione  già a fine agosto, ancor prima della sosta. All'Olimpico contro la Lazio è stato aggiunto il primo tassello di un nuovo assetto in campo. Adesso vediamo, insieme tutte le modifiche tattiche.

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Lazio-Milan: la difesa passa da 2+1 a 3+1

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Il cambio parte dalla famosa Fase 1 (più volte citata da Fonseca), ovvero la costruzione dal basso. La difesa cambia l’impostazione, dopo le partite contro Torino e Parma, passando da 2+1 a 3+1 e non è da sottovalutare il fatto che questo cambio sia avvenuto con l'ingresso tra gli 11 titolari, dal 1° minuto, di Emerson Royal. Questo cambio permette di liberare un centrocampista dalla marcatura o di far sviluppare l’azione su una delle due catene, a dx o a sx senza il pressing di un avversario in più. In sostanza i rossoneri hanno in più un compagno libero per far partire l'azione offensiva.

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Milan-Venezia: il centro campo a rombo

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La prima volta lo si vede contro il Venezia. Pulisic da esterno alto a mezz’ala in fase di possesso con Reijnders trequartista e Loftus l’altra mezz’ala. In questo modo Pulisic è più vicino al terzino e libera una marcatura sugli esterni, mentre l’olandese salendo leva la marcatura al mediano. Insomma il centrocampo a rombo costringe gli avversari a capire chi marcare e chi lasciare libero. 

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Il nuovo Pressing con il 4-4-2 o il 4-2-4

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I 4 attaccanti si sono visti non solo contro l’Inter, ma anche contro il Liverpool e il Venezia. Sono cambiati solo gli interpreti.

Contro i nerazzurri, e adesso sto per dire una cosa forte, ma prima di commentare ascoltatemi, la linea a 4 ha funzionato perché Reijnders non ha fatto il trequartista. Non è stato lui a schermate le ripartenze centrali, ma Abraham. E adesso vi ricordate contro il Venezia e soprattutto contro il Liverpool quanto il Milan abbia sofferto centralmente?

I compiti di riaggressione e pressing dell’olandese è come se si fossero ridotti proprio grazie al fatto che si sia abbassato come mediano, perché Abraham e Morata sono stati ottimi nel bloccare le due linee nerazzurre (difesa e centrocampo) in fase di costruzione. 

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Densità centrale

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Dal modulo passiamo direttamente alla densità centrale perché è collegata proprio al 4-4-2 o al 4-2-4. Prendiamo come esempio sempre il Derby perché l'Inter rispetto a Venezia, Liverpool e Lecce è la squadra che più costruisce il proprio gioco centralmente con i suoi centrocampi.  Il primo rischio di creare densità centrale contro i nerazzurri era quello di lasciare liberi i braccetti Bastoni e Pavard e per contenerli sono sempre stati bassi sia Pulisic sia Leao, ma non bastavano. Molte volte avete visto Morata o Abraham a centrocampo e questo perché i due attaccanti si alternavano per schermare il punto di riferimento, dell'Inter, da servire che poteva essere Barella o Chalanoglu. 

Capite che in tutto questo ragionamento difensivo e di pressing fatto dal Milan non ho parlato ancora del lavoro di Fofana e Reijnders. E qui ha ragione Fonseca: gli attaccanti sono fondamentali per liberare da tutti i compiti difensivi i centrocampisti. 

In questo modo l’allenatore portoghese ha dato un ordine mentale nella fase di costruzione del gioco a Fofana e Reijnders. I due mediani sapevano cosa fare. 

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Compattezza

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Vi ricordate cos’era il Milan contro il Parma? Praterie ovunque. Ecco dalla Lazio in poi il Milan è stato sempre tutto compatto in 23-33 metri di campo.

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