Tanti errori...

Tutti gli errori dell’area tecnica rossonera in questa stagione balorda

mbambara
mbambara Vice direttore 
Inevitabile sia sotto esame l'area tecnica milanista dopo quest'annata. Troppi errori e troppi equivoci nella costruzione della squadra
00:06 min

Negli ultimi 12 mesi il Milan è passato dal secondo posto in campionato all’ottavo posto che, ad oggi, varrebbe l’esclusione dalle coppe europee. Tutto ciò non è avvenuto in una fase finanziaria di difficoltà per il Milan, bensì in una fase in cui gli investimenti sul parco-giocatori sono stati importanti e considerevoli. Inevitabile che passi sotto la lente d'ingrandimento il lavoro dell'area tecnica del club.

Il tema economico: messi a disposizione 70 milioni di euro per l'area tecnica del club

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Il differenziale entrate/uscite della stagione 2024-2025 segna un evidente – 70,4 milioni di euro. In Italia soltanto la Juventus ha avuto un differenziale peggiore con – 90, 4 milioni di euro. Lapalissiano quindi che qualcosa non sia andata per il verso giusto perché gli investimenti dovrebbero rafforzare una squadra, non certo indebolirla.

In realtà questa squadra è stata costruita male, senza un progetto tecnico credibile alle spalle. Il Milan venuto fuori dall’estate 2024 era una squadra con talento e disequilibrio perché basata sugli strappi, sul talento, sui nervi, ma non un’idea di gioco chiara e compatibile con le caratteristiche dei giocatori a disposizione di Paulo Fonseca.

Le prime giornate – al netto dei problemi di spogliatoio – hanno visto il Milan inseguire un progetto di gioco molto coraggioso (basato sulla pressione alta e sulle riaggressioni continue), ma di impossibile realizzazione in virtù di una rosa non adatta a quest’idea di calcio.

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Pressare alto richiede condizioni precise. Una difesa molto veloce, un centrocampista che sia bravo a dettare i tempi del pressing, mezzali pronte ad aggredire le fonti di gioco avversarie, attaccanti disponibili ad un sacrificio costante in fase di non possesso per orientare le giocate avversarie. Il Milan ha una rosa inadatta a questo tipo di calcio. Soprattutto il Milan ha una rosa incompleta perché sul mercato estivo sono stati commessi due errori molti gravi nella scelta di due elementi fondamentali, ovverosia il centrocampista ed il difensore centrale.

L'equivoco Fofana

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Anche nella triste serata di Coppa Italia, l’errore decisivo è del centrocampista francese. Sul passaggio di Freuler per Fabbian, Fofana si trova fuori posizione e non può schermare la giocata del centrocampista bolognese. Certamente poi ci sono errori della linea difensiva rossonera (soprattutto Theo), ma l’errore chiave è purtroppo di Fofana. Il francese è un giocatore forte – intendiamoci – ma non è compatibile con l’attuale strutturazione della mediana rossonera. Fofana è un ottimo giocatore in un centrocampo a due se gioca accanto ad un centromediano completo. In altre situazioni è difficilmente collocabile. La mediana Fofana – Rejinders è eccessivamente sbilanciata e non fornisce il doveroso equilibrio. Al Milan in estate serviva un altro tipo di giocatore, bravo a schermare la difesa e a dare i tempi di gioco in uscita. Non è arrivato. Quest’assenza è un errore da matita blu.

Struttura difensiva inadeguata: serviva un sostituto di Kjaer e l'area tecnica lo sapeva

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Anche questo è purtroppo è un errore marchiano commesso dall’area tecnica milanista. Per sostituire Kjaer serviva un regista difensivo, un giocatore capace di pensare di reparto, abile a guidare la linea e soprattutto vocale. Non è arrivato. Si è scelto di puntare su Pavlovic, giocatore di prospettiva, ma non pronto per alti palcoscenici. Potrebbe esserlo fra uno o due anni, ma adesso gli mancano troppe letture. Il serbo ha pagato anche colpe non proprie. Classico giocatore forte sull’uomo che necessita di essere guidato. Esattamente come Tomori, altro elemento che non ha mai fatto il salto di qualità.

Impostare il mercato del Milan sulla coppia centrale di difensori composta da Tomori e Pavlovic è stata una lettura profondamente errata da parte dell’area tecnica milanista. Anche perché, ad oggi, i difensori devono avere piede per dare qualità alla fase di uscita della palla. Due giocatori come Tomori e Pavlovic, insieme, rendono l’uscita palla del Milan troppo pressabile ed eccessivamente lenta.

Rosa forte, squadra debole

(Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

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Il mercato estivo ha prodotto una rosa forte, ma una squadra debole. La stagione attuale ricorda terribilmente la stagione 1997-1998 perché oggi come allora il limite del Milan è la cronica lentezza della manovra in fase di prima impostazione. Il Milan in campo non riesce a controllare il ritmo delle partite, a meno che non si accendono i suoi giocatori che sanno strappare. I tempi di gioco non sono rapidi; gli spazi delle giocate sono difficili da trovare. Ciò costringe il Milan a dover giocare un calcio in cui preferisce farsi dominare, piuttosto che dominare l’avversario.

L’attuale squadra rossonera va in crisi in tutte le partite in cui gli allenatori avversari (vedi Motta a Torino o Italiano ieri) pongono dei blocchi bassi perché troppi giocatori non sanno impostare sotto pressione (Tomori e Pavlovic su tutti) ed il centrocampista davanti alla difesa non è in grado di dare i tempi di gioco (Fofana).

Negli ultimi due mesi – quantomeno – il Milan ha avuto sembianze di squadra, nonostante tutti i limiti nascenti da due sessioni di mercato (estiva ed invernale) nelle quali sono stati commessi troppi errori di progetto e di visione. I temi posti, a mio parere, sono strategici per comprendere l’evoluzione di questa stagione balorda. Vanno pesati bene, ricordando sempre che il calcio è uno sport collettivo che non si deve giudicare su parametri individuali. La ristrutturazione dell’area tecnica, visti i risultati e gli equivoci tattici, non può essere rimandata.