Prima di Inter-Fluminense, Thiago Silva parla ai compagni: un discorso intenso che racconta il valore dell’uomo, non solo dell’atleta.
Thiago Silva ha un cuore differente. Se mai qualcuno avesse avuto dei dubbi, dovrebbe leggere - anzi, imparare a memoria - le parole che ha rivolto ai compagni della Fluminense prima della sfida contro l’Inter, vinta poi 2-0 dai brasiliani. Un discorso che non parla di tattica, ma di vita. Di scelte, di rimpianti e di valori. Ecco il cuore di Thiago:
"Non rimandate a dopo quello che potete fare ora. In uno dei giorni liberi durante il Mondiale in Brasile nel 2014, sono tornato a casa, c'era il mio patrigno. La persona che mi ha cresciuto e formato. Era malato, ma non sapevo fosse grave. Sono tornato in nazionale, poi il Mondiale è finito e io sono andato a Parigi mentre lui era in ospedale. Ho iniziato la pre-season con il PSG e dopo pochi giorni mia moglie mi ha chiamato: "tuo padre è morto". Cosa voglio dirvi con questo ragazzi? Non sono andato in ospedale perchè pensavo si sarebbe ripreso. Cosa voglio dirvi, allora? Non rimandate a dopo quello che potete fare ora. Cogliete l'attimo!"
Serve aggiungere altro? No. Parole che arrivano dritte al cuore, con la potenza silenziosa di chi parla per esperienza, non per retorica.
Thiago Silva e l'eredita di Paolo Maldini
—
Thiago Silva è sempre stato più di un calciatore. Lo era già al Milan, dove arrivò nel dicembre 2008 ma dovette attendere sei mesi prima di esordire ufficialmente, per via delle regole sugli extracomunitari. Non fece una piega. Anzi, trasformò l’attesa in un privilegio: allenarsi ogni giorno con Paolo Maldini, proprio nei sei mesi che precedettero l’addio al calcio del capitano eterno.
Un passaggio di testimone silenzioso e simbolico: mentre il prototipo del difensore perfetto appendeva le scarpe al chiodo, il prototipo del difensore moderno prendeva il volo. Potenza, intelligenza tattica, velocità, personalità. Thiago Silva ha incarnato tutte queste doti senza mai scivolare nell’arroganza, senza mai una parola fuori posto.
Ora che anche lui si avvicina al tramonto della sua carriera, riavvolgere il nastro permette di comprenderne ancor di più la grandezza. Thiago è stato un campione sul campo, ma soprattutto un uomo fuori dal comune: leale, sensibile, profondo.
Se un difetto va trovato nella sua carriera, forse è solo uno: essere rimasto troppo poco al Milan. Ma la sua cessione fu una necessità più grande di lui. E trovare qualcosa più grande di Thiago Silva è, oggettivamente, difficile.
Buona fortuna, Thiago. Il popolo rossonero tiferà per te ovunque andrai. Ti aspettiamo a gennaio per riabbracciarti come meriti. Perché certi amori, semplicemente, non finiscono.