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di Gaetano De Santis -
Sono passati esattamente 1872 giorni, tuttavia sembra essere tornati indietro nel tempo con la leggendaria DeLorean di “Ritorno al Futuro”. Dalle dichiarazioni di Pioli post Roma-Milan del 27 ottobre alle dichiarazioni di Fonseca post Milan-Stella Rossa. Un’era geologica in termini sportivi separa i due eventi, nel mentre sono cambiate molte cose - dirigenza, staff tecnico e la maggior parte dei calciatori - tuttavia una simmetria tra le due interviste è facilmente rinvenibile. Passiamo ad analizzare le parole dei due tecnici. Iniziamo da Stefano Pioli: “Dobbiamo sentire di più il bisogno di ottenere un risultato, se no sembra che vincere, pareggiare o perdere non ci cambi nulla. E invece ci cambia tutto. Dobbiamo dare di più mi aspetto di più dalla mia squadra e devo pretendere di più”. Il tecnico era da poco subentrato alla guida tecnica di Giampaolo e si trovava in una situazione di classifica diametralmente opposta rispetto ad oggi.
Un nuovo inizio o l'inizio della fine?
Il Milan si trovava al dodicesimo con 10 punti in 9 giornate di campionato, con un distacco di 12 punti dalla vetta. In Europa il Milan nella stagione 2019/2020 non parteciperà in virtù della sentenza del TAS, la quale escluse la società rossonera dall’Europa League conquistata sul campo la stagione precedente. Ora passiamo alle dichiarazioni più fresche di Paulo Fonseca: “Sono soddisfatto dal risultato, ovviamente. Ma di tutto il resto no. Quando entriamo in una partita decisiva come questa e abbiamo questo tipo di atteggiamento, senza dare tutto per questa maglia, le cose sono difficili. Non mi è piaciuto quello che abbiamo fatto come squadra. Abbiamo l'obbligo non di giocare meglio, ma di dare tutto in campo. Si può sbagliare un passaggio, ma è difficile guardare questo”. Trovare affinità è di una facilità disarmante, sembra quasi essere una prosecuzione del discorso iniziato più di due anni fa dal suo predecessore. Tuttavia la situazione in classifica, come si sottolineava prima, è differente, con il Milan che si trova al settimo posto con 22 punti in 15 giornate di campionato, con un distacco dalla vetta di 12 punti, ma con una partita da recuperare. In Europa sta portando avanti un percorso più che dignitoso, con 12 punti in 6 partite. Quindi quello che salta subito all’occhio è che lo sfogo è avvenuto dopo una vittoria, seppur di misura. La scelta comunicativa di Fonseca è forte, poteva confezionarla dopo Bergamo, ma non avrebbe avuto lo stesso risalto che ha avuto dopo una vittoria in Champions League.
Sembra una sorta di ultima spiaggia, nel senso che il mister sta provando a spronare la squadra, mettendola spalle al muro ed evitando di farlo dopo una sconfitta, altrimenti avrebbe voluto dire scaricare la colpa sui calciatori. Ora le strade sono due: la squadra e la dirigenza si compattano con l’allenatore ed il suo staff tecnico, oppure la situazione è destinata ad implodere dall’interno, con ribaltoni che non possono essere esclusi allo stato attuale. La speranza è che queste affermazioni diano quello slancio per responsabilizzare i ragazzi, al fine di uscire da questo impasse in cui è caduto il Milan 2024/2025. La strada è una sola: il lavoro. Ora anche la squadra non può tirarsi indietro, la serata di ieri sarà ricordata come un nuovo inizio o l’inizio della fine?
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