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IL VALORE REALE

Reijnders, il “cheap” ride: l’ex Milan e il Manchester City fuori dal Mondiale per Club

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Il Manchester City è stato eliminato dal Mondiale per Club nonostante gli investimenti faraonici. Intanto, i tifosi che definivano "cheap" l'affare Reijnders tacciono. Un'analisi ironica ma lucida sul valore reale dei giocatori...
Davide Capano
Davide Capano Redattore 

Manchester City, tanti soldi per... guardare la finale in TV? Non è sempre vero che “più spendi, più vinci”. A meno che non si stia parlando di aste di beneficenza o di NFT nel 2021. Il Manchester City, dopo aver saccheggiato il mercato a suon di milioni, (comprando tra gli altri l'ex Milan Tijjani Reijnders) ha clamorosamente salutato il Mondiale per Club ben prima della finale. Un investimento che, se fosse stato un ETF, sarebbe finito nella categoria “ad alto rischio, basso rendimento”.

Reijnders: il "cheap" che ora fa riflettere

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Nel frattempo, chi aveva definito “cheap” l’acquisto di Tijjani Reijnders da parte del Milan oggi sembra aver premuto mute sui social. Strano, eh? Il centrocampista olandese, venduto con quel tono da saldo di fine stagione, si sta rivelando tutt'altro che una svendita. Intelligenza tattica, dinamismo, visione. Ma certo, non costa 60 milioni, quindi non può essere bravo... giusto?

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Reijnders, dove sono i tweet dei tifosi del Manchester City?

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“Niente tweet dei tifosi del City oggi su quanto fosse ‘cheap’ l’affare Reijnders?” chiede qualcuno su X, colpendo nel segno. Eh già, perché quando si spendono montagne di sterline per uscire da un torneo in cui ti aspettavano solo per vincere, forse conviene fare silenzio. Oppure guardarsi attorno e riconsiderare cosa significhi davvero “valore” nel calcio.

Cheap non vuol dire scarso: una lezione di mercato

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La lezione è semplice: spendere meno non significa comprare male. A volte è proprio il contrario. Il calcio moderno è ossessionato dal prezzo come metro di qualità, ma storie come quella di Reijnders dimostrano che l’intelligenza nelle operazioni conta più dello sfarzo. E no, non è colpa del VAR se chi ha comprato con criterio finisce per sorridere di più.

La morale? Conta ancora il gioco, non solo il budget. Forse è arrivato il momento di riportare l’attenzione su scouting, idee e progettualità. Perché mentre i colossi del calcio mondiale inciampano sui loro stessi milioni, ci sono squadre e giocatori che, con molto meno, costruiscono molto di più. E magari un giorno, tra una finale mancata e un tweet ironico, lo ammetteremo tutti: anche il “cheap” può essere geniale.