Ora possiamo dirlo: il modulo visto per la prima volta dal primo minuto a Udine è quello con cui il Milan, salvo stravolgimenti, concluderà questa stagione. Questo camaleontico 3-4-3 permette a tutti gli interpreti di occupare la zona di campo più congeniale in questo preciso momento della stagione e della propria carriera. Passiamo ora ad analizzare, reparto per reparto, le caratteristiche della squadra e dei singoli.
Evoluzione tattica
Milan, tutti al posto giusto: la squadra trova il suo equilibrio
Partendo dalla difesa a tre, possiamo vedere come Tomori, Gabbia e Pavlović si integrino alla perfezione.
—Tomori è il classico difensore rapido, bravo negli anticipi e nei recuperi – impossibile dimenticare la difesa altissima del girone di ritorno nell'anno dello scudetto. Difetta leggermente nelle letture, un fondamentale che con l'esperienza può sicuramente affinare. Al contrario, Gabbia è un ottimo difensore di lettura, bravo nell'impostazione, ma meno reattivo ed esplosivo. Pertanto risulta perfetto nel ruolo di centrale in una difesa a tre, dove può mettere in evidenza queste sue caratteristiche. Infine, Pavlović è roccioso, spigoloso e dominante fisicamente, nonché mancino puro. È un ottimo braccetto di sinistra in una difesa, le cui caratteristiche si integrano perfettamente con quelle dei suoi compagni di reparto
Passando al centrocampo, vediamo come i due top di reparto (Fofana e Reijnders), grazie agli esterni Alex Jiménez e Theo Hernández e alla copertura fornita dalla difesa a tre, si sentano più protetti.
—Possono così spingersi in avanti senza l'assillo di dover coprire buchi in difesa, come invece accadeva con il "vecchio" modulo. Fofana è un centrocampista totale, ottimo in entrambe le fasi, e quando è in buona condizione riesce a elevare il livello dei suoi compagni. Su Reijnders ogni aggettivo risulterebbe superfluo: eccelle praticamente in tutti i fondamentali, non ha punti deboli, pertanto relegarlo a un ruolo limitato a centrocampo sarebbe alquanto deleterio per la squadra. Passando agli esterni, vediamo come a Theo Hernández abbia giovato moltissimo il cambio di modulo, liberandolo nelle sue scorribande grazie alla copertura fornita da Pavlović. Questo non significa assolutamente che Theo non possa più giocare come terzino sinistro classico in una difesa a quattro. In questo contesto stagionale, però, il passaggio a un modulo che gli garantisca una maggiore copertura gli ha permesso di tornare, nelle ultime settimane, ai suoi livelli. In merito ad Alex Jiménez, possiamo dire con tranquillità che, in questo primo scorcio della sua giovane carriera, il ruolo di quinto a centrocampo sia il più congeniale.
Infine, concentrandoci sulla fase offensiva, i più potrebbero pensare che i compiti siano rimasti gli stessi, dal momento che l'attacco è ancora composto da un tridente. Totalmente sbagliato.
—I due esterni, infatti, non hanno più i compiti di copertura a cui erano costretti prima. Ora, possono concentrarsi maggiormente sulla fase offensiva, avendo le spalle coperte rispettivamente da Theo e Alex. Lasciare Leão e Pulisic liberi di inventare non può che essere sempre una buona idea. Per quanto riguarda la punta centrale, una piccola - seppur fondamentale - modifica è evidente. Prima aveva quasi l'obbligo di riempire l'area, altrimenti sguarnita. Gli esterni, infatti, pestavano spesso la linea laterale.
Ora, invece, con gli esterni molto più accentrati, la punta centrale ha la libertà di arretrare. In questo modo fa uscire fuori posizione il suo marcatore e libera spazio per gli inserimenti dei centrocampisti e degli stessi esterni d'attacco.
Insomma, passare dal 4-2-3-1 al 3-4-3 è stato provvidenziale.Almeno così è, se vi pare (fino a questo momento).

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