Il Milan vuole affidare a Modric il ruolo di mentore per Jashari, seguendo la storica tradizione rossonera maestro-allievo.
Nell’universo di Star Wars, la “Regola dei Due” stabilisce che ci possano essere solo due Sith alla volta: un maestro e un apprendista. Una filosofia che, in un certo senso, potrebbe riflettersi anche nel Milan 2025/2026. Qui, la figura del maestro sarà Luka Modric, mentre l’apprendista designato è Ardon Jashari.
È questa l’idea della dirigenza rossonera, che punta a far crescere il giovane centrocampista svizzero accanto a una leggenda vivente del calcio mondiale. Un’occasione unica per Jashari, chiamato ad assorbire tecnica, intelligenza tattica e mentalità vincente direttamente da uno dei centrocampisti più completi dell’ultimo ventennio.
Un metodo che ha radici profonde nella storia gloriosa del Milan. La trasmissione del sapere, dell’esperienza e dell’identità rossonera è sempre passata da una generazione all’altra: da Franco Baresi a Paolo Maldini, da Alessandro Nesta a Thiago Silva, da Manuel Rui Costa a Ricardo Kakà, da Carlo Ancelotti a Demetrio Albertini. Una linea di continuità fatta di valori e visione, più che di semplici ruoli in campo.
L’arrivo di Modric non è solo un’operazione tecnica, ma culturale: un investimento sul talento e sulla formazione interna, un segnale chiaro che il Milan vuole costruire, non solo vincere. Jashari, dal canto suo, ha mostrato doti e maturità che lo rendono un allievo ideale, pronto a recepire e restituire in campo ogni insegnamento.
Dunque, con Modric e Jashari, il Milan sembra voler riprendere quella tradizione. Perché ogni leggenda, prima di diventarlo, è stata allieva di qualcuno. E ogni campione, per formarsi davvero, ha bisogno di un maestro.
D'altronde per costruire il futuro, serve chi lo ha già scritto.