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Milan e la guerra di cui si può parlare, ma non si può citare: Conceicao sappia che è vietato

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Questa famosa guerra raccontata da tutti, ma dimostrata da nessuno. Però se Conceicao la cita in conferenza stampa allora esiste...
Mattia Giangaspero
Mattia Giangaspero Direttore responsabile 

Altro scandalo, questa volta un secondo, dopo quello di Joao Felix e Walker, nello stesso giorno. Brividi... Li sentite?

Conceicao in Conferenza Stampa a una domanda di un collega giornalista riguardante situazioni extra-campo, ha risposto proponendo come termine, uno caro a tantissimi giornali e media non solo italiani. "Io non parlo di Guerre". Ecco dopo quel "Guerre" apriti cielo...

Sono settimane che si parla a livello giornalistico di un Milan diviso in due o più realtà all'interno della dirigenza, con fazioni, faide e appunto guerre continue. Questi termini sono stati sparsi come benzina sul fuoco in questi giorni.

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E chi conosce bene come comunica Sergio Conceicao nelle sue conferenze stampa sa anche benissimo quanto il tecnico portoghese legga attentamente e con cura tutto quel che si scrive sul suo lavoro, sulla squadra che allena e sul Milan come club.

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Il termine "Guerre" non è passato inosservato neanche a lui in questi giorni. E aggiungerei... sarebbe strano il contrario. La precisazione va fatta perché si racconta anche di un Milan che vive in una bolla, come se tutto ciò che si scriva o si dica all'esterno non si legga all'interno.

Ecco.. adesso torniamo alla Conferenza Stampa e al termine ''Guerra". Dopo che il tecnico portoghese si è espresso dicendo "Non parlo di Guerre, ma di campo" come a dire "Non entro nel merito di questi vostri discorsi", subito si è scatenata la corsa all'interpretazione o deduzione. Conceicao ha voluto essere l'eco, il riflesso delle narrazioni che girano.

Conceiçao

Cambiamo la comunicazione...

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L'appello adesso, invece, è che si smetta di fare dramma o telenovele, ormai quasi leitmotiv di una narrazione che si autoalimenti.

C'è tanto da criticare, a partire dal fatto che il Milan sia 9º. Ci sono tanti argomenti veri su cui insistere, confrontarsi e sui creare dibattito: dai giocatori mancanti nella costruzione della squadra, ai cali di concentrazione nei primi minuti, fino ai pochi gol segnati e ai tanti gol presi. 

Non è tutto rosa e fiori e non dobbiamo dipingere un quadro in cui il Milan sia perfetto. Sarebbe come fare lo stesso, ma invertendo i racconti da negativi a positivi. È giusto criticare in queste situazioni, ma su verità. Oppure se realmente dovesse esistere questa guerra vi chiedo: siamo o non siamo giornalisti? Allora per favore usciamo con le prove grazie. Sennò chiunque continuerà a poter dire tutto, tanto alla fine nulla può essere dimostrabile.