Altro scandalo, questa volta un secondo, dopo quello di Joao Felix e Walker, nello stesso giorno. Brividi... Li sentite?
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Milan e la guerra di cui si può parlare, ma non si può citare: Conceicao sappia che è vietato
Conceicao in Conferenza Stampa a una domanda di un collega giornalista riguardante situazioni extra-campo, ha risposto proponendo come termine, uno caro a tantissimi giornali e media non solo italiani. "Io non parlo di Guerre". Ecco dopo quel "Guerre" apriti cielo...
Sono settimane che si parla a livello giornalistico di un Milan diviso in due o più realtà all'interno della dirigenza, con fazioni, faide e appunto guerre continue. Questi termini sono stati sparsi come benzina sul fuoco in questi giorni.
E chi conosce bene come comunica Sergio Conceicao nelle sue conferenze stampa sa anche benissimo quanto il tecnico portoghese legga attentamente e con cura tutto quel che si scrive sul suo lavoro, sulla squadra che allena e sul Milan come club.

Il termine "Guerre" non è passato inosservato neanche a lui in questi giorni. E aggiungerei... sarebbe strano il contrario. La precisazione va fatta perché si racconta anche di un Milan che vive in una bolla, come se tutto ciò che si scriva o si dica all'esterno non si legga all'interno.
Ecco.. adesso torniamo alla Conferenza Stampa e al termine ''Guerra". Dopo che il tecnico portoghese si è espresso dicendo "Non parlo di Guerre, ma di campo" come a dire "Non entro nel merito di questi vostri discorsi", subito si è scatenata la corsa all'interpretazione o deduzione. Conceicao ha voluto essere l'eco, il riflesso delle narrazioni che girano.

Cambiamo la comunicazione...
—L'appello adesso, invece, è che si smetta di fare dramma o telenovele, ormai quasi leitmotiv di una narrazione che si autoalimenti.
C'è tanto da criticare, a partire dal fatto che il Milan sia 9º. Ci sono tanti argomenti veri su cui insistere, confrontarsi e sui creare dibattito: dai giocatori mancanti nella costruzione della squadra, ai cali di concentrazione nei primi minuti, fino ai pochi gol segnati e ai tanti gol presi.
Non è tutto rosa e fiori e non dobbiamo dipingere un quadro in cui il Milan sia perfetto. Sarebbe come fare lo stesso, ma invertendo i racconti da negativi a positivi. È giusto criticare in queste situazioni, ma su verità. Oppure se realmente dovesse esistere questa guerra vi chiedo: siamo o non siamo giornalisti? Allora per favore usciamo con le prove grazie. Sennò chiunque continuerà a poter dire tutto, tanto alla fine nulla può essere dimostrabile.
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