
190 gol incassati in 159 partite ufficiali. Non servono complicate analisi per capire che il Milan, nelle ultime tre stagioni, ha mostrato una fragilità difensiva cronica.
IN 159 PARTITE
190 gol incassati in 159 partite ufficiali. Non servono complicate analisi per capire che il Milan, nelle ultime tre stagioni, ha mostrato una fragilità difensiva cronica.
La media è di 1,2 gol a partita, un dato troppo alto per una squadra che ambisce a vincere lo Scudetto o tornare a fare strada al più presto in Champions League.
La solidità è sempre stata una caratteristica imprescindibile delle grandi squadre, e il Milan dei periodi vincenti - da Sacchi ad Ancelotti - non faceva eccezione. Oggi, invece, il Diavolo spesso concede troppo, anche in partite teoricamente abbordabili.
Massimiliano Allegri, oggi tecnico di esperienza ma allora giovane allenatore dell’Aglianese (stagione 2003/2004), diceva una frase semplice ma illuminante:
“Io voglio subir pochi gol, poi vediamo quello che succede”.
In quel pensiero si nasconde la chiave del successo di tante sue squadre, spesso criticate per il gioco ma sempre competitive. La difesa come punto di partenza, non come limite. Oggi il Milan ha forse invertito questa logica: cerca il gol prima ancora di evitare l’errore dietro.
Non si tratta di tornare a un calcio difensivo, ma di ritrovare l’equilibrio che spesso è mancato. Non basta il talento offensivo se, sistematicamente, si subiscono gol evitabili.
Il nuovo corso rossonero ha portato idee fresche, ma forse troppo sbilanciate verso l’attacco. Le transizioni difensive restano lente, la copertura sulle fasce è spesso fragile e la tenuta mentale nei momenti delicati lascia a desiderare.
CAIRATE, ITALY - JULY 07: Head coach AC Milan Massimiliano Allegri reacts during AC Milan training session at Milanello on July 07, 2025 in Cairate, Italy. (Photo by Claudio Villa/AC Milan via Getty Images)
La squadra ha bisogno di un’identità difensiva più chiara e compatta. L'equilibrio, più che lo spettacolo, fa la differenza sul lungo periodo. E anche se il calcio è cambiato, certe massime - come quella di Allegri - restano valide.
Il Milan ha mostrato un’identità offensiva brillante a tratti, ma il bilancio complessivo delle ultime tre stagioni evidenzia un problema strutturale. 190 gol subiti non possono essere una normalità per un club che ambisce ai massimi livelli.
Rifondare non significa cambiare tutto, ma aggiustare ciò che non funziona, e in questo momento il Milan ha bisogno soprattutto di ritrovare quella “cattiveria” e quell’organizzazione che una volta lo rendevano inscalfibile.
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