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Quando si è diffusa la notizia che il giovane Samuele Pisati, classe 2009, avrebbe potuto lasciare il Milan per il Como senza costi, molti tifosi e addetti ai lavori hanno reagito con indignazione. L’idea che il club rossonero “perdesse” un talento a zero ha alimentato un dibattito acceso, spesso condito da accuse rivolte alla società. Tuttavia, va ricordato che molto di questo è legato a nuove normative sul trasferimento dei giovani, che complicano la gestione e tutela degli investimenti nelle giovanili.
Curiosamente, poche voci si sono levate quando il Milan ha ufficializzato ieri l’acquisto a titolo definitivo di Alex Castiello, un classe 2007 proveniente dall’Atalanta. Questo trasferimento, nella sostanza simile a quanto contestato nel caso Pisati, ha ricevuto un’attenzione molto più contenuta. Questo doppio standard evidenzia come spesso le critiche siano legate più all’emotività e al tifo che a un’analisi oggettiva dei fatti.
L’acquisto di Castiello rientra nel più ampio “Progetto Milan Futuro”, un’iniziativa dedicata alla crescita e allo sviluppo dei giovani talenti. Questo approccio dimostra la volontà della società di costruire una base solida per il futuro, puntando su giocatori con potenziale da valorizzare internamente. Investire sui giovani non è mai semplice, soprattutto in un contesto normativo complesso, ma è fondamentale per garantire una sostenibilità sportiva ed economica.
Le regole che tutelano i giovani calciatori sono nate con l’intento di evitare sfruttamenti e garantire una crescita equilibrata. Tuttavia, esse rendono difficile per i club trattenere i talenti e allo stesso tempo investire con efficacia nel proprio vivaio. Per questo motivo, il mercato dei giovani è spesso segnato da operazioni che sembrano “perdite” ma che, se comprese nel giusto contesto, sono strategie di lungo termine per la crescita delle squadre.
Criticare il Milan o qualsiasi altra società per la gestione dei giovani senza considerare il quadro normativo e strategico rischia di essere controproducente. È importante affrontare queste tematiche con un approccio equilibrato, che riconosca le difficoltà ma anche gli sforzi fatti per costruire un futuro stabile e vincente. Solo così potremo sostenere un modello di sviluppo che valorizzi davvero i giovani talenti nel calcio italiano.
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