- Calciomercato
- Squadra
- Coppe Europee
- Coppa italia
- Social
- Milan partite e risultati live
- Redazione
Sulla carta, il Milan è ancora dentro la corsa Champions. I numeri dicono che tutto è possibile. Ma chi ha seguito questa stagione lo sa: quella rossonera non è una corsa reale, è una rincorsa condizionata. E no, non solo da limiti tecnici o da scelte di mercato discutibili. C’è un fattore di cui si parla sempre troppo poco: gli errori arbitrali. In un campionato che si gioca spesso sul filo dell’equilibrio, qualche episodio in più a favore - o semplicemente il giusto - avrebbe cambiato la classifica. E forse anche il tono del dibattito.
Il calcio non è una scienza esatta, ma ci sono dati, situazioni, episodi che non si possono ignorare. Rigori non concessi, gol annullati per fuorigioco millimetrici, falli evidenti non fischiati a favore: il Milan 2024/2025 ha vissuto più di un caso in cui la direzione arbitrale ha lasciato perplessi, se non indignati. Non si tratta di complottismo, ma di osservare una realtà oggettiva: gli errori arbitrali ci sono stati e hanno inciso. Basterebbe anche solo recuperarne due o tre punti per parlare di una lotta Champions vera, non matematica.
Quando il silenzio è colpevole
Il problema è che nel racconto sportivo italiano si tende a minimizzare. L’errore arbitrale, quando colpisce il Milan, viene archiviato come “episodio”. Quando invece favorisce altri club, diventa quasi “scandalo”. Questa disparità nel trattamento mediatico è parte del problema. Perché il silenzio, o la timidezza con cui certi torti vengono raccontati, finisce per normalizzare tutto. E se si normalizza l’ingiusto, si tradisce il merito sportivo.
Oltre le colpe interne
Sia chiaro: il Milan non è esente da colpe. Infortuni, discontinuità, scelte tattiche discutibili hanno avuto il loro peso. Ma ridurre tutto a limiti interni è una lettura comoda e parziale. Questa squadra, con il suo talento e il suo potenziale, oggi dovrebbe e potrebbe essere a pieno titolo tra le prime quattro. Lo sarebbe, forse, se in almeno tre/quattro partite decisive la direzione arbitrale fosse stata diversa. Eppure, questa narrazione fatica a emergere.
Il calcio ha bisogno di giustizia, non solo di VAR
In un’epoca in cui il VAR dovrebbe garantire maggiore equità, troppe decisioni restano opache. Il Milan ha pagato un prezzo sportivo alto per scelte dubbie. E il fatto che il club resti diplomatico non toglie forza alla verità: con qualche torto arbitrale in meno, oggi il discorso Champions per il Milan sarebbe concreto. Non matematico. Non ipotetico. Ma reale, competitivo, aperto. Esattamente come dovrebbe essere per una squadra costruita per stare in alto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA