milanistichannel editoriale milan Il Mondiale per Club dà ragione al Milan: l’allenatore non è un dettaglio e può fare la differenza.

La figura del tecnico

Il Mondiale per Club dà ragione al Milan: l’allenatore non è un dettaglio e può fare la differenza.

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Le partite dell' Inter e dell' Al Hilal dimostrano che l'allenatore ha un peso specifico. Il Milan riparte da Allegri, un allenatore competente, guida per i più giovani e riferimento per i senatori, una figura centrale nel progetto tecnico.
Cristiano Cataldo
Cristiano Cataldo Collaboratore 

Le partite dell' Inter e dell' Al Hilal dimostrano che l'allenatore ha un peso specifico. Il Milan riparte da Allegri, un allenatore competente, guida per i più giovani e riferimento per i senatori, una figura centrale nel progetto tecnico.

Troppo spesso sentiamo dire che l'allenatore in una squadra conta poco o nulla. Mi chiedo perchè lo mettano in panchina allora. La verità è che quando una squadra vince spesso, si dice che può fare a meno del proprio tecnico.

Ma perchè vince? Perchè è forte, ma basta? No. Sono numerosi gli esempi di squadre forti che non vincono per vari motivi. I recenti risultati del Mondiale per Club avvalorano la tesi che non basta avere una rosa competitiva. Serve di più.

Risultati sorprendenti, ma nemmeno troppo..

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Il ruolo di un allenatore non può e non deve essere sottovalutato all'interno di un progetto tecnico, anzi. Chiedere a Guardiola che si è visto rifilare quattro goal dall' Al Hilal guidata da Simone Inzaghi, che è passato da un progetto tecnico all'altro rimanendo fedele ai propri principi di gioco. Sì, perchè lo stesso Guardiola a fine gara ha ammesso di avere concesso troppe transizioni agli avversari. Una delle caratteristiche delle squadre del tecnico ex Inter? Le ripartenze.

L'Inter? E' vero che un risultato dipende da tanti fattori, ma non si può dire che l'Inter affrontasse uno squadra, la Fluminense, tatticamente o tecnicamente irresistibile. A mio avviso, è mancata ancora identità, idee e motivazione rispetto agli avversari. In tutte e quattro le gare disputate dagli uomini di Chivu al Mondiale. I giocatori hanno le loro responsabilità, ma gli allenatori?

L'allenatore bravo e l'idea del Milan

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L'allenatore bravo, a mio modesto parere, è colui che sa coniugare le sue idee con il talento e le caratteristiche della rosa. Deve saper gestire il gruppo garantendo serenità, ottenendo il prima possibile fiducia e credibilità, perchè i risultati e le pressioni cambiano velocemente il morale della squadra. Ogni allenatore può ritenersi soddisfatto quando la sua squadra è “riconoscibile”, ovvero con caratteristiche precise (tecniche, tattiche, caratteriali) dettate dal tecnico stesso.

Il primo Allegri al Milan, che tanto ha vinto anche alla Juve era esattamente così. Carismatico, credibile, un riferimento per giovani e senatori e che garantiva serenità al gruppo. Le rose di Milan e Juventus erano attrezzate per vincere? Certo, ma poi bisogna condurre la “nave in porto” e non è così scontato. Non è scontato farsi ascoltare dai senatori di una grande squadra.

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Soprattutto è difficile, che un allenatore senza quelle qualità, possa vincere per molti anni. L'allenatore intelligente, può ereditare un gruppo forte da tutti i punti di vista e riuscire a vincere un anno, poi deve metterci del suo. E' inevitabile a questi livelli.

L'idea del Milan per il nuovo corso è di ripartire da un allenatore con queste caratteristiche, per un punto di svolta, non solo tecnica, ma identitaria.

Il nuovo corso targato Allegri

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Negli ultimi anni il Milan ha cercato di coniugare bilanci sani e ambizione sportiva, ma il progetto tecnico si è sgretolato sotto il peso delle scelte. La squadra si è ritrovata senza guida, senza mordente, senza direzione. Il nuovo corso, con una vecchia conoscenza, una garanzia, Massimiliano Allegri. Perché, al di là del romanticismo e della nostalgia, quello che serve oggi è chiarezza. E Allegri, con tutto il suo bagaglio di pragmatismo e controllo, è una figura che può ridare senso a un progetto che negli ultimi due anni è sembrato poco strategico.

Per il nuovo corso non basterà però il nome in panchina. Serve un progetto vero. Coniugare idee al talento. Servirà trovare un’identità che si rifletta in ogni scelta: tattica, dirigenziale, comunicativa. Serve stabilità tecnica e chiarezza societaria. Serve coinvolgere i tifosi con coerenza, non solo promesse da campagna abbonamenti.

L’anno zero è un’occasione rara. Ma va trattata con rispetto. Il Milan ha le risorse, la storia e la base per ricostruire. Allegri e profili alla Modric possono rappresentare la svolta e le garanzie per costruire le basi per un futuro migliore.