Due realtà diverse, stesso protagonista: Hakan Calhanoglu tra le tensioni di ieri e oggi la storia si ripete.
Sembra di essere tornati indietro di quattro anni. Oggi, molti tentano di rileggere l’attuale situazione tra l’Inter e Hakan Calhanoglu attraverso la lente di ciò che accadde 1.460 giorni fa, attualizzandola forzatamente. Ma no, la storia è diversa. Eppure, un punto in comune rimane: Hakan Calhanoglu.
Nell’estate del 2021, il Milan - nella figura di Paolo Maldini, non un dirigente qualunque, ma un uomo di valori incommensurabili - credeva fermamente di avere il giocatore dalla propria parte. I dialoghi per il rinnovo erano continui, i rapporti distesi, la fumata bianca sembrava questione di tempo. Calhanoglu, dal ritiro della nazionale turca in vista di Euro2020, rassicurava tutti: "Sto parlando con Maldini e Massara, ci siamo quasi".
La storia di Hakan Calhanoglu con il Milan si interrompe per colpa di... 500.000 euro
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Poi arrivò l’episodio che cambiò tutto: il malore di Eriksen, e la necessità per l’Inter - attraverso Marotta - di trovare subito un sostituto. Da quel momento, Calhanoglu cambiò spartito. E firmò in fretta con i nerazzurri per una differenza contrattuale, si dice, di appena 500.000 euro a stagione.
Sì, mezzo milione all’anno ha cambiato la storia tra il Milan e Hakan. E Maldini, da uomo d’onore, rimase scottato dal voltafaccia.
Oggi, mentre sull’altra sponda del Naviglio si vive una crisi interna tra Calhanoglu e l’Inter - ben più disordinata e di dominio pubblico, tra dichirazioni e post social - qualcuno prova a riscrivere quella storia rossonera, rivalutando l’operato del Milan nel 2021 e screditando la scelta del turco.
Ma le due situazioni non sono paragonabili. Nel 2021, il contratto di Hakan era in scadenza. Ora no. Nel 2021, i rapporti tra giocatore e club erano rispettosi. Ora, in casa Inter, gli stracci sono già volati. E non sembra esserci nessuno disposto a chinarsi per raccoglierli.
Allora la domanda sorge spontanea: Il Milan agì con dignità e correttezza, oppure fu davvero “debole”, come venne detto all’epoca? Se davvero si mosse con stile e coerenza, perché non venne riconosciuto subito?
Forse oggi conviene sottolineare ciò che era evidente anche allora, ma che per convenienza si preferì ignorare o distorcere. Strano come cambi la prospettiva, quando cambia la maglia.