DATI A CONFRONTO

Hakan Calhanoglu, Milan vs Inter: numeri a confronto e la narrazione che non torna

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Solo una volta che il turco è approdato in nerazzurro sono state tessute le sue lodi ma i "freddi" numeri raccontano un'analisi più dettagliata e non così superficiale...
Davide Capano
Davide Capano Redattore 

Nel mondo del calcio moderno, la narrazione spesso prende il sopravvento sui numeri. E il caso di Hakan Calhanoglu è emblematico: dipinto da molti come un talento sbocciato solo all’Inter, dopo essere arrivato dal Milan a parametro zero ma i suoi numeri reali raccontano tutt'altra storia. E se vi dicessimo che con la maglia rossonera ha inciso quanto — se non di più — rispetto all’esperienza nerazzurra, pur senza tirare i rigori?

I numeri che smentiscono il "racconto ufficiale"

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Confrontiamo i freddi dati:

  • Al Milan: 172 presenze, 32 gol, 48 assist.
  • All’Inter: 179 presenze, 38 gol, 30 assist.
  • Un’analisi superficiale potrebbe suggerire che i numeri siano simili. Ma approfondiamo:

  • Calhanoglu al Milan non era rigorista: gran parte dei gol all’Inter arrivano proprio dal dischetto, fattore che incide notevolmente sulle statistiche realizzative.
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  • Gli assist al Milan (48) superano nettamente quelli all’Inter (30), segno che il turco svolgeva un ruolo più creativo e meno da finalizzatore.
  • Il rendimento al Milan è maturato in un contesto tecnico e tattico più instabile rispetto alla solidità dell’Inter di Simone Inzaghi.
  • La narrazione "alla rovescia"

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    Negli ultimi anni, si è diffusa una narrativa secondo cui Calhanoglu sarebbe “esploso” solo in nerazzurro, quasi fosse rinato tatticamente e mentalmente. Ma questa retorica ignora quanto costruito in rossonero: basti pensare al suo apporto nella seconda parte della stagione 2019-2020, fondamentale per la ripartenza del Milan di Pioli.

    All’Inter, inoltre, il centrocampista turco gioca in una squadra con maggiore controllo del gioco, che favorisce la gestione e l’ordine tattico — condizioni ideali per un giocatore con le sue caratteristiche. Non è un salto di qualità, è un contesto diverso.

    Il potere dei numeri (e delle narrazioni)

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    I numeri ci sono e parlano chiaro. Calhanoglu è sempre stato un giocatore di alto livello, e lo era già al Milan. La differenza non è il talento, ma la cornice narrativa che lo circonda. Il rischio è che la memoria collettiva venga riscritta da titoli e hype, più che dai fatti.

    E allora la domanda è: vogliamo davvero credere alle favole, o preferiamo guardare i numeri con onestà?