Solo una volta che il turco è approdato in nerazzurro sono state tessute le sue lodi ma i "freddi" numeri raccontano un'analisi più dettagliata e non così superficiale...
Nel mondo del calcio moderno, la narrazione spesso prende il sopravvento sui numeri. E il caso di Hakan Calhanoglu è emblematico: dipinto da molti come un talento sbocciato solo all’Inter, dopo essere arrivato dal Milan a parametro zero ma i suoi numeri reali raccontano tutt'altra storia. E se vi dicessimo che con la maglia rossonera ha inciso quanto — se non di più — rispetto all’esperienza nerazzurra, pur senza tirare i rigori?
I numeri che smentiscono il "racconto ufficiale"
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Confrontiamo i freddi dati:
Un’analisi superficiale potrebbe suggerire che i numeri siano simili. Ma approfondiamo:
La narrazione "alla rovescia"
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Negli ultimi anni, si è diffusa una narrativa secondo cui Calhanoglu sarebbe “esploso” solo in nerazzurro, quasi fosse rinato tatticamente e mentalmente. Ma questa retorica ignora quanto costruito in rossonero: basti pensare al suo apporto nella seconda parte della stagione 2019-2020, fondamentale per la ripartenza del Milan di Pioli.
All’Inter, inoltre, il centrocampista turco gioca in una squadra con maggiore controllo del gioco, che favorisce la gestione e l’ordine tattico — condizioni ideali per un giocatore con le sue caratteristiche. Non è un salto di qualità, è un contesto diverso.
Il potere dei numeri (e delle narrazioni)
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I numeri ci sono e parlano chiaro. Calhanoglu è sempre stato un giocatore di alto livello, e lo era già al Milan. La differenza non è il talento, ma la cornice narrativa che lo circonda. Il rischio è che la memoria collettiva venga riscritta da titoli e hype, più che dai fatti.
E allora la domanda è: vogliamo davvero credere alle favole, o preferiamo guardare i numeri con onestà?