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SCINTILLA MAX

E’ solo l’inizio, ma siamo già tutti Allegri

Allegri
Max Allegri si è presentato al pubblico rossonero, portando un entusiasmo che fa ben sperare per l’inizio di questa nuova avventura…

a cura di Andrea Bosco -

Massimiliano Allegri è ufficialmente il nuovo allenatore del Milan da più di un mese, ma la conferenza stampa di ieri ha fatto sì che tutto diventasse reale, concreto, tangibile, come se i nostri occhi – tristi e disillusi – volessero vedere e toccare con mano la veridicità di questo romantico quanto inaspettato ritorno.

Vietato esaltarsi, ma…

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Nonostante non ci è permesso esaltarci troppo – specie dopo l’ultimo deprimente campionato – è inutile negare che Allegri, in appena 45 minuti, ha portato freschezza ed entusiasmo. Noi tutti siamo legati a Max: non solo per lo scudetto e la Supercoppa italiana del 2011, ma per la sua competenza, il suo modo di fare, la sua innata simpatia mista a brillantezza, il suo sarcasmo e il suo modo di veicolare le domande  dei giornalisti, peculiarità fondamentale in quei momenti di stagione difficoltosi e in salita. Ieri si è presentato con il suo solito sorriso e un atteggiamento decisamente più pacato del solito, quasi a voler evitare ogni tipo di strumentalizzazione per proteggere la squadra dopo l’ottavo posto della scorsa stagione. Perché Allegri è questo: prima di essere un allenatore, è un padre, un amico, un confidente, figure che riesce a mantenere nel tempo senza perdere un briciolo della sua autorevolezza e personalità.

Una garanzia

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Sapere di poter contare su di lui e su un dirigente dello spessore di Igli Tare è già una garanzia da non sottovalutare, un biglietto da visita non indifferente. E questa sensazione di tranquillità è vissuta non solo da noi tifosi, ma anche e soprattutto dai calciatori, che hanno un disperato bisogno di un leader da seguire e di farsi coinvolgere da un progetto stimolante. Il progetto adesso c’è, lo si annusa, lo si percepisce negli occhi dei protagonisti e nell’ambiente. Ora, come ha più volte ribadito il mister, è tempo di lavorare: meno parole, più fatti, sia sul campo che sui social. Vero che bisogna riconquistare il rispetto dei tifosi (l’amore, quello non è mai andato via), ma prima bisogna tornare a riconsiderare il Milan come l’unica priorità. E sono sicuro che Allegri, avendo assorbito anni fa tutta la carica e la mentalità del duo Berlusconi-Galliani, sarà in grado di trasmettere a tutti, dirigenza compresa, il valore di questo club e l’importanza della sua storia.

La parola passa al campo

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Sarà soltanto il campo a spiegare se si è trattato di un ritorno proficuo o di una minestra riscaldata: saranno i risultati a giudicare la scelta ferma e convinta di Igli Tare e l’operato di un allenatore che si porta dietro tanti e noiosi pregiudizi. Ma di solito chi parte con entusiasmo ha una marcia in più rispetto a chi comincia tra dubbi e incertezze – chiedere a noi milanisti dodici mesi fa. E’ solo l’inizio, ma siamo già tutti Allegri.