MILAN, ITALY - DECEMBER 15: Mattia Liberali of AC Milan in action during the Serie A match between AC Milan and Genoa at Stadio Giuseppe Meazza on December 15, 2024 in Milan, Italy. (Photo by Giuseppe Cottini/AC Milan via Getty Images)
Yamal è sempre più uno dei protagonisti non solo del Barcellona, ma del calcio pensato come mondo. Il Milan dalla sua con Liberali potrebbe semplicemente copiare quanto fatto dai blaugrana
Nel calcio moderno, dominato da pressing asfissiante, moduli fluidi e investimenti milionari, emerge di tanto in tanto la figura luminosa di un giovane talento capace di rompere gli schemi, sorprendere gli scettici e accendere la speranza di una nuova era. Il paragone tra Francesco Camarda, Mattia Liberali e stelle già affermate come Lamine Yamal può sembrare prematuro, se non azzardato. Eppure, come ogni provocazione ben congegnata, pone una domanda legittima: e se Liberali fosse davvero il Lamine Yamal del Milan?
Il talento grezzo, il contesto giusto: Yamal e Liberali
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Lamine Yamal, ala del Barcellona e della nazionale spagnola, non è solo un prodigio tecnico: è il prodotto perfetto di un ecosistema — quello della Masia — pensato per valorizzare il talento precoce. Inserito in un contesto tattico che gli consente di esprimersi senza timori, ha avuto dalla società fiducia, continuità e protezione. Il paragone con Liberali, classe 2007 del Milan, si fonda su alcune affinità: la precocità nel brillare tra i pari età, l’impatto devastante nelle giovanili, e soprattutto quella scintilla che distingue i buoni giocatori dai potenziali fuoriclasse.
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Tuttavia, il Milan non è il Barcellona. Il club rossonero, pur attento al settore giovanile (basti pensare all’emergere di Camarda), non ha una tradizione recente di lanci sistematici di talenti under 18 in prima squadra. Il confronto, quindi, si sposta dal talento individuale al contesto: siamo pronti, in Italia, ad accogliere e sostenere un talento come Liberali come ha fatto la Spagna con Yamal?
Tattica, coraggio e visione: Liberali e il Milan
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Dal punto di vista tecnico, Liberali è un’ala moderna: rapido, abile nell’uno contro uno, ma anche capace di rifinire e accentrarsi. Le sue qualità, ben visibili nelle competizioni giovanili, potrebbero adattarsi al gioco fluido di una squadra che cerca ampiezza e imprevedibilità. Eppure, tra le qualità innate e il successo in prima squadra, si frappongono ostacoli noti: la gestione dei carichi fisici, l’equilibrio mentale, l’inevitabile impatto con un ambiente molto più esigente e fisico.
Per questo, più che una questione di se, il dilemma è come. Come può il Milan creare le condizioni per un'esplosione controllata, graduale, ma decisa del suo giovane talento? E come può il calcio italiano — spesso impaziente e ipercritico — imparare a gestire un 18enne senza bruciarlo?
Un’opportunità per il Milan e per l’Italia
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L’emergere di Liberali è anche un’occasione strategica per il Milan. In un contesto in cui i grandi club europei puntano sempre più sulla valorizzazione interna dei talenti (anche per motivi economici), avere in casa un possibile crack rappresenta un vantaggio competitivo. Inoltre, a livello nazionale, l’Italia ha bisogno di ali tecniche, giovani, capaci di rompere le difese e creare superiorità: una figura, insomma, che manca da tempo nel nostro panorama.
Uno Yamal il Milan ce l'ha: Liberali e la crescita...
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Paragonare Liberali a Lamine Yamal non significa attribuirgli forzatamente lo stesso destino, né pretendere da lui lo stesso impatto immediato. Significa, piuttosto, chiedersi se siamo pronti a credere in un talento italiano con lo stesso coraggio con cui altri Paesi scommettono sui loro giovani. Se il Milan saprà costruirgli attorno il giusto percorso — tecnico, umano e mediatico — allora forse non sarà così folle immaginare che, un giorno, anche noi potremo dire: “Il nostro Lamine Yamal gioca a San Siro”.