a cura della pagina Facebook Comunque Milan -
IL POTERE DEI CAMBI
Dalla panchina rossonera si alzano i tenori…
Così, come già accaduto persino a Zagabria, il Milan che rientra in campo nel secondo tempo ha più ritmo e più senso di quello con cui aveva tentato di giocarsela nel primo, sperando di poter fare a meno di Pulisic, Leao e Gimenez, e provando a vedere se Joao Felix può accentrare il gioco offensivo come fosse il Dybala rossonero.
I tre tenori
—Nei primi minuti della ripresa, con l’ingresso in campo dalla panchina dei tre tenori, la musica già inizia a cambiare in meglio – se non altro, rispetto al primo tempo, si inizia a sospettare l’esistenza di uno spartito. E rassicurati anche da quelli più dotati (Walker, Reijnders) iniziano a crescere alcuni che non hanno studiato bel canto (da Musah a Pavlovic).
Poi, succede quella cosa veramente ridicola che sapete. Il tipo di cosa che ogni tanto ci ricorda che tutti noi abbiamo la pretesa un po’ patetica di ragionare su un giuoco che è totalmente irragionevole, in ogni suo aspetto: dai giocatori alle società, dai tifosi agli opinionisti, dagli arbitri al regolamento. E come Forrest Gump, è tutto quello che abbiamo da dire su questo argomento. Pairetto Jr. è l’unico arbitro al mondo in grado di far rimpiangere Pairetto Sr. Con l’espulsione di Marianucci che bilancia (in teoria) quella di Tomori, il Milan recupera la sensazione che ci sia una qualche parvenza di legalità in campo e va a prendersi la vittoria con quell’autorevolezza che dovrebbe mostrare sempre.
In sostanza, a vincerla sono stati i tre rimedi di lusso alzatisi dalla panchina dopo l’intervallo: il sospirato Centravanti Vero, il Sopravvalutato da Cacciare, il Campione Poco Appariscente. E siamo così poco abituati ad avere qualità in panchina, che ci stropicciamo gli occhi.
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