Prevedere il Milan ottavo in classifica soltanto quattro mesi fa non era nemmeno immaginabile.
Aver chiaro cosa fare
Come uscire dalla crisi

CAIRATE, ITALY - SEPTEMBER 16: Head coach AC Milan Paulo Fonseca, AC Milan Senior Advisor to Ownership Zlatan Ibrahimovic and AC Milan chief scout Geoffrey Moncada look on during AC Milan training session at Milanello on September 16, 2024 in Cairate, Italy. (Photo by Claudio Villa/AC Milan via Getty Images)
La critica si divideva fra una squadra da scudetto ed una squadra da qualificazione alla Champions League. Nessuno aveva pronosticato il Milan fuori dai primi 4 posti della classifica.
Ad oggi invece la realtà sta presentando un conto particolarmente salato.
Cosa ci dice la storia
—Lo scudetto del 1999 nacque da una fortissima contestazione a San Siro 12 mesi prima.
Soltanto 14 mesi prima della vittoria della Champions League del 2003, i tifosi del Milan avevano contestato pesantemente squadra e dirigenza a Bologna.
Nell’ottobre 2019 il nuovo allenatore del Milan venne accolto con uno spiacevole hastag - #pioliout – che ancora oggi risuona sgradevole. Meno di due anni dopo il Milan sarebbe tornato in Champions League dopo tanti anni di assenza e meno di tre anni dopo avrebbe addirittura vinto il campionato.
Tutto questo non è per dire che le contestazioni portano bene. Il tema è un altro.
Le contestazioni devono essere il pungolo giusto per cambiare uno stato delle cose che non sta funzionando.
Trasformare un male in un bene
—Anche nei momenti più negativi nella vita di un club non bisogna perdere la lucidità di analizzare lo stato delle cose e le relative cause.
Il Presidente Berlusconi sosteneva sempre che era importante avere la capacità di trasformare un male in un bene.
Ciò significa accettare le crisi, capirne le ragioni, sviscerarle anche all’interno di un confronto duro, avere spirito critico senza mai scadere in smanie catastrofiste o distruttive.
Questo è ciò che il Milan deve fare anche in questo delicatissimo momento. Il focus deve essere il lavoro, insieme all’attenzione ai dettagli ed allo spirito di gruppo.
Errori ne sono stati fatti tanti. Le grandi dirigenze si rivelano tali durante le crisi. Sarà questo il test maggiormente probante per l’attuale gruppo di lavoro rossonero.
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